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domenica 29 aprile 2012

I grandi investigatori

Nel 1976 scompare Agatha Christie, indiscussa regina del romanzo giallo. Agatha Christie ha creato personaggi indimenticabili, quali Hercule Poirot e Miss Marple, e le sue opere sono state oggetto di numerosi adattamenti teatrali e televisivi,  nonchè tradotte in quasi tutte le lingue del mondo (pare che sia l'autore inglese più tradotto di sempre).
Cercando tra le frasi celebri della scrittrice, ho trovato questa che voglio riportare perchè un episodio analogo è capitato qui a Roma ad una mia amica straniera:


L'altro giorno mi hanno scacciata da uno dei loro luoghi di culto perché portavo un vestito senza maniche - gli spiegò con aria triste.
A quanto pare all'Onnipotente le mie braccia non piacciono anche se è stato lui a crearle.

-La domatrice- A. Christie

Beh, signori custodi della verità, della moralità , ecc.ecc., vorrei semplicemente farvi notare che  è altamente probabile che il Creatore dell'Universo sia piuttosto  "open-minded".
-Elementare, Watson!! direbbe il grande Sherlock Holmes (e così ho l'occasione di riparare all'ennesimo torto commesso in questo blog, ossia aver dimenticato Sir Arthur Conan Doyle, altro re indiscusso del "Giallo").
A pensarci bene, dovrebbero insignire il povero Dr. Watson di una medaglia al merito per la pazienza dimostrata in tante avventure; parecchie persone, al posto suo, al 27° "Elementare, Watson!!!"  avrebbero sicuramente sparato al grande investigatore.
E per chiudere in bellezza, dopo aver celebrato i grandi investigatori, rendiamo omaggio al ladro-gentiluomo più famoso di tutti, Arsenio Lupin, creato dalla penna di Leblanc, le cui avventure ispireranno una fortunata serie televisiva degli anni '70 (non perdevo una puntata!) oltre che  l'ancor più fortunato cartoon Lupin III .

sabato 28 aprile 2012

La stanza sul retro

Spostiamoci adesso a Salamanca, per parlare del romanzo "El cuarto de atrás" di Carmen Martín Gaite.
Durante una notte di insonnia, C. riceve la visita di uno sconosciuto e conversando con questi  ricorda vari episodi della sua infanzia e della sua gioventù che hanno influenzato la sua vita (e quella di molte ragazze della sua età). Questo viaggio nei ricordi personali è anche l'occasione di una riflessione sopra il franchismo ed i segni che ha lasciato. Ma che cos'è "El cuarto de atrás" o "La stanza dei giochi" (come l'hanno tradotto in italiano)? Io sono partigiano del leggere i libri nella lingua in cui sono stati scritti, perchè con la traduzione fatta da altri si perde la libertà di interpretare le tante sfumature che ci sono in un bel racconto (o in una poesia), quindi questo stralcio è la traduzione del testo originale fatta dal sottoscritto.

La mia casa di Salamanca aveva due corridoi paralleli, quello "davanti" e quello "di dietro", che comunicavano tra loro attraverso un altro piccolino, in cui non c'erano stanze, lo chiamavamo "il trattino dell'H". Le stanze del primo corridoio si affacciavano su Plaza de los Bandos, quelle dell'altro su un patio dove c'era il lavatoio della casa, ed erano la cucina, la carbonaia, la stanza della servitù e "la stanza sul retro".
Era molto grande e in essa regnavano il disordine e la libertà, era permesso cantare a squarciagola, spostare i mobili, saltare sopra un divano vecchio e con le molle rotte, che chiamavamo "il povero divano", sdraiarsi sul tappeto, macchiarlo di inchiostro, era un regno dove nulla era proibito. Fino alla guerra, abbiamo studiato e giocato lì in piena libertà, c'era spazio in abbondanza.
Però quello spazio non l'avevamo discusso con nessuno, nè era sottoposto a delle leggi che avevano richiesto approvazione: la stanza era nostra e punto.

Con l'inizio della guerra civile e degli accaparramenti di viveri, diventerà poi una dispensa, ma non è questo su cui volevo soffermarmi.  Se dovessi effettivamente riflettere su quella che era la mia "stanza sul retro" (uso la traduzione letterale perchè, a mio avviso, "El cuarto de atrás"  è qualcosa in più rispetto ad una stanza dei giochi, è quasi una necessità sia per i piccoli che per i grandi, e chiamarla in questo modo rende meglio l'idea di qualcosa di nascosto, uno spazio riservato agli "addetti ai lavori" ), dovrei dire che  ne ricordo almeno tre (una quando stavo a casa mia, una quando stavo in casa di mia nonna, una quando andavo al mare): già, senza "El cuarto de atrás" la vita di noi 40enni sarebbe stata meno lieta, altro che Play Station!



giovedì 26 aprile 2012

Il sottomarino giallo

Restiamo sul tema della Liberazione, visto che ieri era il 25 Aprile, e approfittiamo dell'occasione per rendere omaggio ad uno dei più grandi gruppi di tutti i tempi, i Beatles.
Il titolo del post odierno, però, non si riferisce alla celebre canzone, ma ad un cartoon che vidi moltissimi anni fa (quasi secoli!!!!)  e che ha per protagonisti, comunque, sempre i "Fab 4".
Il paese di Pepperland, un tempo felice e pacifico, è invaso dai Biechi Blu che instaurano un regno di oppressione e di oscurità. Uno degli abitanti, quindi, prende il suo sottomarino giallo e si reca a Liverpool, dove convince John, Paul, George e Ringo ad aiutarlo.
Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere i Biechi Blu e a liberare il paese? Claro que si!
Dopo un viaggio rocambolesco, approdano a Pepperland e sconfiggono il capo dei Biechi Blu, con tanto di mega concerto finale per celebrare la vittoria.
Certo, è un cartone animato per bambini... Riflettevo sul fatto, però, che la notizia dell'arrivo del sottomarino giallo o, se preferite, della locomotiva dell'omonima canzone di Guccini, in molti paesi, occupati da Biechi di tutti i colori, la stanno ancora aspettando.


Beatles - Yellow Submarine Cartoon

martedì 24 aprile 2012

Le 4 giornate di Napoli

Restiamo a Napoli, dato che nell'ultimo post abbiamo parlato di De Filippo, e visto che domani è il 25 Aprile, rendiamo omaggio a questa città medaglia d'oro al valor militare.
Dopo 4 giornate di combattimenti, infatti, i napoletani riuscirono a cacciare i tedeschi prima dell'arrivo delle forze alleate. Il 1 Ottobre 1943, quando i primi carri armati degli Alleati entrarono in città, Napoli era già libera.
Gli avvenimenti di quei giorni sono raccontati nel film "Le quattro giornate di Napoli" di Nanni Loy (1962), di cui vi riporto uno stralcio preso da youtube.




Non ho il copione sotto mano quindi vado a memoria nella scelta delle "quotes" di questo straordinario film (perdonatemi, quindi, qualche piccolo errore!). Parto da quella che mi è sempre piaciuta di più ed è la risposta che viene data dal capo dei ragazzi fuggiti dal riformatorio al compagno che gli chiede dove stanno andando...

"Andiamo a toglierci gli schiaffi dalla faccia..."

Ed è sacrosanto, perché non si possono tenere per sempre.
Andiamo avanti... I ragazzi fanno prigioniero un nazifascista e un uomo si avvicina e chiede:

-Glielo posso dare un calcio in c..o? Uno solo...
.
E la risposta, sempre del capo dei ragazzi:

-Uno solo, però

E pure questo è giusto, perchè non bisogna mai infierire.
 Ma quella più emblematica, nella quale si può ritrovare la vera anima della Resistenza, è questa:

NOI LA GUERRA NON LA FACCIAMO  PER UCCIDERE LA GENTE

Post collegati Resistenza

domenica 22 aprile 2012

La commedia amara

E' ora, a questo punto, di alzare il sipario e di parlare del teatro italiano di questi anni. 
Già, perchè in Italia brilla la stella di Eduardo De Filippo
Le sue opere portano sulla scena piuttosto che una Napoli  inquietante, come sostengono alcuni critici,  una Napoli che pone delle domande alle quali non si danno delle risposte.
Le situazioni sono grottesche, il sapore è amaro, tuttavia è evidente la volontà di ribellione e di denuncia da parte dell'autore.
Tra le sue opere ho scelto, non a caso, "Il sindaco del rione Sanità". Il protagonista è un camorrista, Antonio Barracano, che conscio dell'inefficienza della giustizia dello Stato, che sempre premia chi sa scivolare tra le sue maglie e sempre castiga chi è povero e ignorante,  la "supplisce" nel rione Sanità, offrendo aiuto e protezione a tutti quelli che ne hanno bisogno. 
Antonio è un criminale, tuttavia la gente lo apprezza per la sua capacità di fare giustizia in modo equo e leale. Assieme ad un dottore, cerca dunque di portare avanti il suo progetto, ma la sua illusione gli costerà la vita: cercando di evitare una tragedia familiare (il figlio di un panettiere vuole uccidere il padre che vorrebbe sposarsi con un'altra donna e diseredarlo), finirà accoltellato e con lui morirà anche la speranza, per i suoi protetti, di un domani di giustizia .

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sabato 21 aprile 2012

Il bacio della donna ragno

Facciamo innanzitutto una breve sintesi degli eventi storici di questo periodo. Abbiamo già accennato alla Rivoluzione Cubana del 1959, che porterà al potere Fidel Castro, e a quella dei Garofani, che metterà fine alla dittatura salazarista (1974) in Portogallo. In Cile, nel 1973, un golpe militare, appoggiato dagli USA, mette fine alla presidenza di Salvador Allende e consegna il paese alla dittatura di Pinochet: avremo occasione, in seguito, di ritornare su questi tragici eventi. 
Nel 1975 muore Franco ed inizia in Spagna un processo di transizione verso la democrazia che si consoliderà con le prime elezioni del 1977 e con l'approvazione della Costituzione del 1978 ( la Costituzione Italiana ispirò in buona parte quella Spagnola: dobbiamo esserne orgogliosi).
Nel 1976, in Argentina, con un colpo di Stato Videla prende il potere: omicidi politici, torture e "desaparecidos"  caratterizzeranno anche questa dittatura.
Nello stesso anno viene pubblicato "Il bacio della donna ragno", di Manuel Puig. Il racconto è molto bello e sarà poi portato sul grande schermo nel 1985.
Un prigioniero politico (Molina)  e un omosessuale accusato di corruzione di minori (Valentín Arregui) dividono la stessa cella nella Buenos Aires dei generali.
Per passare il tempo, Valentín  racconta a Molina i film che ama, curando ogni dettaglio, quasi li rivivesse. Tra queste due persone, apparentemente agli antipodi, si instaura una relazione e alla fine Valentín  insegnerà a Molina l'importanza della fantasia e Molina insegnerà a Valentín  quella della dignità.

mercoledì 18 aprile 2012

Arriva Woland

Esatto, stiamo per parlare dell'ultimo dei grandi maestri russi, Michail Bulgakov e del suo capolavoro "Il Maestro e Margherita".
Nella Russia atea degli anni '30 il diavolo, sotto le vesti di un professore di scienze occulte, Woland,  con un seguito di aiutanti alquanto strambi, porta lo scompiglio nella vita dei moscoviti e castiga con crudeltà l'opportunismo e l'ipocrisia della burocrazia sovietica.
Condannato a volere il male e ad agire per il bene, Woland esaudirà il desiderio di Margherita di ritrovare il suo amante, uno scrittore chiamato il "Maestro", perseguitato dalle autorità e rinchiuso in un ospedale psichiatrico, nonchè intercederà per Ponzio Pilato, che da millenni si tormenta per aver condannato Gesù (un monito per tutti: Dio non ama i "Ponzio Pilato"!) affinchè anche lui ottenga l'oblio.
"Il Maestro e Margherita" è senz'altro un'opera complessa che merita di essere letta e riletta, in cui si intrecciano più temi importanti; confesso, però, che quando l'ho letta, l'ho apprezzata soprattutto per il suo contenuto satirico: sebbene ambientata nella Russia degli anni '30, si possono estendere le critiche che Bulganov rivolge a burocrati, tecnocrati e "pseudo intellettuali" anche alla società attuale (e alzi la mano chi , avendo letto quest'opera d'arte, ha provato pena per le "vittime" della spietatezza di Woland !!).

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domenica 15 aprile 2012

Il contesto

Negli anni '70 viene pubblicato anche "Il contesto", di Leonardo Sciascia.
Ambientato in un paese immaginario (che però assomiglia tanto all'Italia..), attraverso le indagini dell'ispettore Rogas vengono evidenziate le contraddizioni del "sistema" di quegli anni.
Già, perchè qual è il contesto di questo paese immaginario?  Una polizia che si fida degli extraparlamentari, un partito rivoluzionario che non crede nella rivoluzione, una Magistratura che si crede Chiesa, degli intellettuali che tuonano contro la borghesia e poi sono "i più borghesi di tutti", un rivoluzionario amico del Ministro della Pubblica Sicurezza...Sembrerebbe una parodia, ma c'è ben poco da ridere: non è difficile trovare delle analogie tra i personaggi del racconto e alcuni protagonisti di quegli anni.

-Bisognerebbe liberare lo Stato da coloro che lo detengono! -pensa l'ispettore Rogas.

Già, ma può liberarlo lui, che è un servitore dello Stato e quindi anche lui "detenuto"?
No, non può, perchè nel mondo di Sciascia tutto, alla fine, resta immutabile; a volte lo scrittore lascia, nei suoi romanzi, uno spiraglio per un possibile cambiamento futuro, ma le speranze di verità e giustizia appaiono quasi sempre utopistiche e lontane.

Post collegatiSciascia

sabato 14 aprile 2012

L'isola e la storia

Dopo questo break dedicato al Grande Cinema, torniamo in Italia per parlare di Elsa Morante, perchè nel 1974 esce il suo romanzo più famoso, "La storia".
La "storia" raccontata dalla Morante è una forza incontrollabile che travolge le vite dei protagonisti e li conduce alla rovina, un destino ineluttabile contro il quale non c'è salvezza. Ambientata a Roma, durante la seconda guerra mondiale, è la storia degli eterni "vinti", quelli che sono destinati comunque alla tragedia personale qualunque sia l'esito finale del conflitto: la maestrina Ida, violentata da un soldato tedesco, suo figlio Nino, prima "camicia nera" e poi partigiano comunista,  l'altro suo figlio Giuseppe, nato dallo stupro, Davide, anche lui partigiano e poi divenuto schiavo della droga, e tutte le altre persone che si trovano nel cammino della "storia" non hanno possibilità di scampo, come di fatto non ne ebbero milioni di persone che si trovarono a dover vivere durante gli eventi tragici della seconda guerra mondiale.
Un messaggio diverso e più ottimistico ci viene invece da un altro dei suoi romanzi, "L'isola di Arturo", che racconta l'evoluzione psicologica, tipica della fase adolescenziale, di un ragazzo procidano, dall'innocenza all'inizializzazione alla vita e alla coscienza: il mondo può essere salvato dagli adolescenti, perchè posseggono la gioia e l'innocenza necessarie per creare spazi di libertà e di serenità.
Effettivamente, molto spesso vengono trascurati (se non presi in giro) dalla società mentre invece  dovremmo dedicar loro più attenzione.

venerdì 13 aprile 2012

I diavoli volanti

Beh, dopo Charlie Chaplin devo necessariamente omaggiare la più grande coppia di comici di tutti i tempi, Stan Laurel e Oliver Hardy, meglio noti in Italia come Stanlio e Ollio: troppe generazioni devono loro riconoscenza per tutte le ore di allegria e serenità che hanno dispensato per decenni, anche se, per onor di cronaca, una piccola citazione l'avevo già fatta nel post Arriva l'imperatore .
La loro filmografia è ricchissima, e c'è solo l'imbarazzo della scelta... Difficile dire qual è il mio preferito, tuttavia quello che effettivamente non riesco a dimenticare è il balletto dei nostri eroi nel film "I diavoli volanti". Eccolo.





mercoledì 11 aprile 2012

Luci della ribalta

Visto che ieri abbiamo parlato di un grandissimo dello spettacolo, Totò, parliamo oggi del più grande di tutti in questa arte, Charlie Chaplin.
Chaplin morirà, infatti, in questo periodo ed il film a cui si richiama il post di oggi è il suo ultimo film girato negli USA (1952): subito dopo, a causa dei problemi con il maccartismo, Chaplin partirà per l'Europa e tornerà in America solo nel 1972.
Il maccartismo fu veramente fascismo a tutti gli effetti, inutile girarci intorno; Woody Allen lo raccontò, a mio avviso piuttosto bene, nel film "Il prestanome" (non so il perchè, giuro che l'associazione è assolutamente priva di qualunque malizia premeditata, ma mi è venuta improvvisamente in mente l'immagine di un uomo politico che nei dibattiti televisivi, quand'era a corto di argomenti e/o non voleva far parlare l'interlocutore, cominciava a gridare: "Comunista! Comunista! Comunista! Comunista!").
Beh, sorvoliamo e torniamo a Chaplin, che è meglio... "Il monello", "La febbre dell'oro", "Luci della città", "Tempi moderni", "Il grande dittatore"(che fu girato nel 1940, quando il nazifascismo era all'apice) sono film rimasti indelebili nella nostra mente e che quelli della mia generazione hanno visto per la prima volta da bambini; sono convinto, però, che l'immagine alla quale tutti quanti associamo il grande Chaplin è quella di Charlot, il vagabondo.



Post collegatiWoody Allen

martedì 10 aprile 2012

Che cosa sono le nuvole?

Twittando, qualche giorno fa mi è venuto in mente un episodio del film "Capriccio all'italiana" (e chi se lo scorda, con la fatica che mi è costata trovare il DVD!!!), e nello specifico "Che cosa sono le nuvole?", di Pier Paolo Pasolini.
Perchè abbia scelto proprio questo episodio per parlare di uno dei più grandi intellettuali italiani contemporanei, è presto detto: è l'ultimo film in cui compare il principe "Totò"  e amo molto la poesia che accompagna questo spezzone di pellicola.
Prima di parlare del film, però, qualche nota per i miei lettori stranieri: della grande produzione letteraria di Pasolini, dovendo fare una scelta, consiglio, come libri, "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", che raccontano il degrado ma anche l'umanità delle borgate romane nel dopoguerra, nonchè "Lettere luterane", che è una raccolta di articoli di Pasolini, pubblicati sul Corriere della sera nel 1975, che costituiscono una illuminante critica sulla società di quegli anni; come film, invece, suggerisco "Uccellini e uccellacci" (sempre con il grandissimo Totò come protagonista).
Ma passiamo, come promesso, a "Che cosa sono le nuvole?", una rivisitazione dell'Otello di Shakespeare fatta attraverso le riflessioni delle marionette di un teatro.
Sentiamo cosa ci dice Totò sulla verità:



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giovedì 5 aprile 2012

Tondo è bello

Visto che siamo in prossimità di Pasqua, e che tra uova di cioccolato, colombe e pranzi la nostra linea correrà un serio pericolo, prendiamocela con filosofia e celebriamo il pittore che per eccellenza ha esaltato la rotondità, Fernando Botero.
Le opere di questo grande artista colombiano sono universalmente conosciute e a mio avviso sono un bel messaggio in questa società che colpevolizza (e spesso discrimina) chi ha qualche chilo di troppo.
Nelle figure voluminose di Botero c'è tutto un mondo di passioni e sentimenti che ha bisogno di un corpo grande che lo contenga...Dubito che se raffigurasse modelle "anoressiche" riuscirebbe a comunicarci le stesse emozioni
Buona Pasqua (e buon appetito) a tutti!

mercoledì 4 aprile 2012

Una favola

Visto che abbiamo chiuso il post precedente con la "ninna nanna" (di guerra) di Trilussa, restiamo nel tema e parliamo di William Faulkner, grande scrittore americano (anche lui premio Nobel).
"A Fable" ("Una favola"), è un racconto che si ispira ad un fatto realmente avvenuto durante la prima guerra mondiale, nello specifico un ammutinamento di soldati logorati dalla lunga guerra di trincea.
Nelle fila francesi, il caporale Stephan convince i suoi commilitoni a disobbedire all'ordine di attaccare e da questa "stramberia" nasce una situazione imprevista, si blocca un automatismo: i soldati tedeschi, che attendevano l'attacco dei francesi, restano sorpresi e, come per un miracolo, la guerra si ferma: in fin dei conti, per combattere  bisogna essere in due .
L'incanto durerà poco, poichè il generale francese farà fucilare Stephan e convocherà il generale tedesco per trovare insieme il modo di far riprendere le ostilità.
Prima di inviarlo al plotone di esecuzione, il generale cercherà di convincere Stephan che la guerra non potrà mai essere fermata, perchè è nella natura dell'uomo.
Eppure, forse potrebbe bastare che i soldati dicano una volta per tutte  "Basta!" come fecero, per un momento, nel 1917 (il "Basta!" dell'opinione pubblica, da quanto visto finora, non è sufficiente).

Post collegati: Pierino e il lupo Il piccolo principe

lunedì 2 aprile 2012

Il gatto socialista

Molto meno nobile del "gatto con gli stivali", tornato alla ribalta negli ultimi tempi, era il "gatto socialista", invenzione di Carlo Alberto Salustri, in arte "Trilussa".
Ebbene si, ho deciso di dedicare un po' di spazio alla poesia romanesca, sia perchè sono "romano de' Roma", sia perchè penso, sinceramente, che la poesia dialettale abbia la stessa dignità delle altre forme di espressione letteraria.
Riporto qui la poesia che presta il titolo al post odierno, perchè sono convinto che di "gatti socialisti" ne abbiamo incontrati tutti un bel po' e almeno vendichiamoci un poco ridendo di loro:

Un Gatto, che faceva er socialista 
solo a lo scopo d'arivà in un posto, 
se stava lavoranno un pollo arosto 
ne la cucina d'un capitalista. 

Quanno da un finestrino su per aria 
s'affacciò un antro Gatto: 
-Amico mio, pensa - je disse - che ce so' pur'io 
ch'appartengo a la classe proletaria! 

Io che conosco bene l'idee tue 
so' certo che quer pollo che te magni, 
se vengo giù, sarà diviso in due: 
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni! - 

No, no: - rispose er Gatto senza core 
io nun divido gnente co' nessuno: 
fo er socialista quanno sto a diggiuno, 
ma quanno magno so' conservatore! 

Sicuramente tutti avrete studiato alle elementari la poesia del grillo, ma meno probabile, purtroppo, che vi sia stata fatta imparare a memoria la "Ninna nanna", di cui vi riporto uno stralcio:

....

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;

che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

....

Alla prossima.

domenica 1 aprile 2012

Pantaleon e le visitatrici

Torniamo in America Latina per parlare del racconto "Pantaleón y las visitadoras" del peruviano Mario Vargas Llosa,  anche lui vincitore del premio Nobel per la letteratura.
A Pantaleón Pantoja, capitano dell'esercito peruviano di grande moralità  e militare inappuntabile, viene affidata una missione segreta alquanto singolare: deve provvedere alle necessità sessuali della guarnigione che presta servizio in Amazzonia. Così, suo malgrado, deve organizzare un gruppo di prostitute, lo SVGPFA (Servicio de Visitadoras para Guarniciones, Puestos de Frontera y Afines [Servizio di Visitatrici per guarnigioni, posti di frontiera e affini]). Tra queste ce n'è una molto affascinante, soprannominata "La brasiliana", dalla quale l'integerrimo capitano viene sedotto.
Quando "la brasiliana" viene uccisa, Pantaleón le rende omaggio presentandosi al funerale in uniforme e rendendo così pubblica la missione che doveva restare segreta. Verrà perciò sollevato dal suo incarico e inviato al lago Titicaca per provvedere al servizio mensa.
Istinti, pudori e ipocrisia sono tematiche vecchie come il mondo e l'autore le  tratta con garbo; naturalmente, mi è subito venuta in mente la canzone di Fabrizio De Andrè "Bocca di rosa",  un poetico omaggio alle esercenti la professione più antica.