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domenica 24 giugno 2012

Il diavolo e la signorina Prym

Restiamo in Brasile, perchè nel 1989 viene pubblicato "L'Alchimista" di Paulo Coelho.
In questo post tratteremo, però, un racconto forse meno noto di questo scrittore brasiliano, "Il diavolo e la signorina Prym" ,  che offre interessanti spunti nell'analisi dell'eterna lotta tra il Bene ed il Male.
Un giorno arriva, in un paesetto di 200 abitanti, per lo più anziani,  uno straniero, accompagnato da un personaggio alquanto misterioso.
La signorina Prym dovrà fare da intermediario per un accordo "sulfureo": se gli abitanti del paese accetteranno di commettere un delitto, avranno in cambio la ricchezza: 10 lingotti d'oro.
Il perchè di tale proposta è presto detto: si tratta di verificare se l'Uomo tende irrimediabilmente al Male.
Beh, sembrerebbe proprio di sì in quanto dopo un'assemblea tutti concordano, parroco compreso, di uccidere Berta, una vecchia malata considerata inutile alla comunità oltre che una sorta di strega.
I motivi del parroco sono, per onor di cronaca, diversi da quelli degli altri abitanti: egli crede che dopo essersi macchiati di questo crimine gli abitanti si pentiranno e  riscopriranno una Fede più vera (il vecchio "learning by suffering", che non ho mai condiviso granchè...).

L'uomo ha bisogno di quello che in sè ha di peggiore per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.

Come vedete, gli spunti di riflessione ci sono tutti e sono temi eterni: cosa giustifica un omicidio? E questo parametro dell'utilità sociale per valutare chi ha diritto di vivere e chi no, non è di per sè indegno di una società evoluta che ha le sue radici nel Cristianesimo? E per salvaguardare la salute dell'anima è legittimo sperare che le persone cadano  nella tentazione, commettendo qualcosa di terribile? Non sarebbe preferibile che ciascuno di noi conservasse un poco della sua superbia e non cadesse mai nell'errore irreparabile? 

Ma torniamo al racconto...Il delitto verrà commesso? Non ve lo rivelo, perchè non voglio rovinare la suspense a chi il libro non l'ha letto.

Post collegati : Il diavolo a Pontelungo

martedì 19 giugno 2012

Un uomo chiamato Chico


Gli anni '80 sono anche gli anni della scoperta di una nuova sensibilità verso l'ambiente. Chi tra i miei coetanei non è mai stato coinvolto in una campagna del WWF, Greenpeace o più semplicemente della Protezione Animali?
E il simbolo della difesa dell'Amazzonia è senza dubbio Chico Mendes, sindacalista brasiliano assassinato nel 1988 dagli speculatori.
A Chico Mendes sono state dedicate varie canzoni; oltre a "Ricordati di Chico" dei Nomadi che probabilmente molti di voi conosceranno, vi segnalo quella del gruppo rock messicano i "Maná", Cuando los angeles lloran, di gran lunga, a mio parere, la più bella.
Che dire di Chico? La sua storia straordinaria di lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori e della natura ci insegna che bisogna impegnarci contro ogni sfruttamento, di uomini o dell'ambiente. 
Prendo a prestito uno dei motti che amava ripetere (almeno nei romanzi di Reverte), quando si trovava di fronte a delle situazioni che non gli piacevano, Don Francisco Quevedo, scrittore del "siglo de oro" della letteratura spagnola,  già ospite di un precedente post (e che tra l'altro era un abilissimo spadaccino, nonostante zoppicasse leggermente):

No queda sino batirnos
Se le cose stanno così, non c'è altra soluzione che batterci.

Ed è verità che non si può sempre girare la testa dall'altra parte.

Post collegati : Quevedo


L'ultimo uomo


Continuiamo la nostra passeggiata negli anni '80 per parlare, oggi, di '1984', il romanzo di George Orwell.
Ambientato in un futuro prossimo (Orwell lo ha scritto nel 1949; nonostante il 1984 sia passato, il romanzo resta attualissimo), ed in un mondo governato da regimi totalitari, racconta l'inutile rivolta del protagonista, Winston Smith.
Winston, a pensarci bene, ha proprio qualcosa che non va: non riesce a digerire il "Bispensiero".
Già, perchè nel paese dominato dal partito unico "Socing" e dal Grande Fratello, la mente deve adeguarsi a qualsiasi versione della verità venga fornita dal partito che, dal canto suo, la cambia in continuazione, con la conseguenza che bisogna aggiornare continuamente tutti i libri, gli articoli ed i giornali per non lasciare tracce, trasformando così perennemente la Storia.

Chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato.

Nonostante qualche piccolo errore, c'è da dire che il Socing le pensa davvero tutte e ha trovato il modo per perpetuare il suo potere.
Gli uomini, in fin dei conti, si sono sempre divisi in "alti", "medi" e "bassi": gli "alti" sono quelli della classe dominante e normalmente gestiscono il potere; a volte succede che i "medi" si alleino con i "bassi" e riescano a scalzare gli "alti", così i "medi" divengono a loro volta "alti" e gli "alti" scendono al rango di "medi".
Cardine fondamentale per evitare questo ricambio delle elites è lo stato di "Guerra Permanente":

La guerra è pace

Ed in effetti, vi sono tre continenti (Oceania, Eurasia e Estasia), organizzati in modo simile, che sono coinvolti in un conflitto interminabile per assicurarsi le risorse e la forza lavoro del quarto, l'Africa. Questa guerra non potrà mai finire, perchè non appena uno di questi paesi diviene più potente di una certa soglia, gli altri due gli si coalizzano contro.
E con una guerra sempre in corso, è facile mantenere il potere all'interno: ogni giorno i cittadini vengono indottrinati, ci sono anche i cosiddetti "2 minuti d'odio" giornalieri. Solo 2 minuti? Bastano e avanzano, perchè nel paese del Bispensiero, non c'è spazio per l'amore (i sentimenti di carattere individuale sono sempre malvisti dal potere): i figli denunciano i genitori, il marito denuncia la moglie (o viceversa), insomma tutti denunciano tutti  per fare il loro dovere di bravi cittadini.
Denunciare per che cosa? Ufficialmente quasi nulla è proibito, esiste però lo "psicoreato" e quindi, in sostanza, tutto può essere perseguito.Nessuno è libero, tutti sono continuamente spiati:

La libertà è schiavitù

Gli unici che godono di un po' di libertà sono i "Prolet", che vivono in stato di abbrutimento e conservano ancora un po' di umanità, ma il loro degrado è tale che non possono rappresentare una qualsivoglia speranza di rivolta.
E così la ribellione di Winston ha vita corta, anzi era praticamente  già nota prima di nascere: O'Brien, la sua "guida" rivoluzionaria, è in realtà un funzionario della psicopolizia.
Quando si incontrano in carcere, Winston, ignaro, gli dice:
-Hanno preso anche te!!
-Mi hanno preso tanti anni fa...- risponde O'Brien, per svelarsi.
E così per Winston inizia il calvario della "Rieducazione". Alla fine, accetterà anche lui il Bispensiero.

martedì 5 giugno 2012

Memoriale del convento


Il 1982 é l'anno della storica vittoria dell'Italia ai mondiali di Spagna, come anticipato in un post precedente.
Una squadra formidabile, con un Paolo Rossi capace di segnare 3 goal al Brasile, un fenomenale Bruno Conti capace al tempo stesso di distribuire assist al bacio e di ubriacare i giganti tedeschi, un implacabile Claudio Gentile che annullava sistematicamente l'avversario più pericoloso..
In sintesi, la migliore Italia nel migliore dei Mondiali: il tasso tecnico era elevatissimo, con Maradona, Zico e Platini in prima fila ma con tantissimi altri protagonisti di primissimo piano.
E con il socialista Felipe Gonzalez, presidente del governo spagnolo, dopo tanti anni di oscura dittatura, si apre finalmente anche per questo paese la stagione della democrazia.
Da un punto di vista letterario, il 1982 è l'anno in cui viene pubblicato il "Memoriale del convento", del portoghese José Saramago.
Anche lui premio Nobel per la Letteratura, i suoi scritti si caratterizzano per il tono amaro e sarcastico con il quale tratta la storia degli uomini e la Chiesa.
Ma torniamo al "Memoriale", che racconta la storia dell'amore tra Blismunda Sette-Lune, una sorta di veggente, e Baltasar Sette-Soli, un soldato ritornato privo di una mano da un'inutile guerra (ma tanto le guerre sono tutte inutili), impegnati tra l'altro a costruire una macchina volante.
Ma cosa ci vuole per far volare una macchina? Padre Bartolomeu Lourenço de Gusmão, il "progettista" , all'inizio riteneva che ci volesse l'etere, ma poi, tornando dall'Olanda dove si era recato per acquistarlo, scopre che l'ingrediente "magico" è diverso: ci vogliono le "volontà", almeno 2000.
Ed è vero, il motore per eccellenza è la volontà. Mi permetto di fare una lieve precisazione a quanto detto da Saramago: per volare, le 2000 volontà devono essere BUONE; se la volontà invece è pungolata da sentimenti meno nobili, come l'odio ed il rancore, si resta inesorabilmente a terra.


P.S.: Un po' di amarcord: parlando di macchine volanti mi à tornato in mente uno dei miei cartoons preferiti: Dastardly, Muttley e le macchine volanti.



domenica 3 giugno 2012

100 e più bugie


Approfittiamo del fatto che l'ultima volta abbiamo accennato ad un gruppo di artisti spagnoli che avevano messo in musica una poesia di Mario Benedetti, per fare un break e rilassarci un po'.
Il titolo del post di oggi, infatti, non é nient'altro che la traduzione di una celebre canzone di Joaquin Sabina, "Más de 100 mentiras".
Come sicuramente saprete, Joaquin Sabina é il cantante più famoso di Spagna e deve probabilmente la sua fama al fatto che nelle sue canzoni canta "el barrio", ossia il quartiere e le sue storie.
E 100 e più sono infatti le bugie per le quali vale la pena vivere, ognuno di noi ha le sue preferite: custodiamole con cura.
E 100 e più sono le bugie di Pinocchio, che ha celebrato pochi giorni fa a Collodi, il suo paese natale, 129 anni (quindi quasi una bugia all'anno: in fin dei conti, rispetto a tanti,  è  un santo e se vogliamo attribuirgli questo ruolo di bugiardo per antonomasia è perché ci piace molto di più come bizzoso burattino di legno  che come giudizioso bambino in carne e ossa, ammettiamolo...): auguroni.
E "100 e  più bugie "  è  anche il titolo del musical che ho visto a Madrid alcuni mesi or sono e che, sulla colonna sonora di Sabina, ci racconta una storia come tante, una storia di quartiere, con prostitute che sono principesse e,  per prendere a prestito il titolo del famoso film di Michael Curtiz,  con "angeli dalla faccia sporca" come eroi.
Un gruppo di giovani, per vendicare la morte di un loro amico, decide di giocare un brutto tiro al potente boss del quartiere colpendolo nelle cose a cui più tiene: il denaro e la reputazione.
Così organizzano una truffa perfetta, fatta di doppi e tripli giochi. Alla fine riusciranno a ingannarlo e a sottrargli una quantità ingente di denaro che il boss si era fatto prestare da altri criminali di grosso calibro, inguaiandolo.
Ma si sa, a questo mondo (e, a questo punto, comincio a temere anche nell'altro...), i veri figli di XXXXXXX la fanno sempre franca ed il boss sparirà in Brasile, a godersi la vita, mentre uno dei giovani pagherà con la vita la soddisfazione di averlo giocato.
Sottolineo però che il boss la fa franca, ma non è lui a trionfare: a trionfare sono l'amicizia, il coraggio e la fantasia, le vere "bugie" per cui vale sicuramente la pena di vivere.

Post collegati: Mario Benedetti