Restiamo in Brasile, perchè nel 1989 viene pubblicato "L'Alchimista" di Paulo Coelho.
In questo post tratteremo, però, un racconto forse meno noto di questo scrittore brasiliano, "Il diavolo e la signorina Prym" , che offre interessanti spunti nell'analisi dell'eterna lotta tra il Bene ed il Male.
Un giorno arriva, in un paesetto di 200 abitanti, per lo più anziani, uno straniero, accompagnato da un personaggio alquanto misterioso.
La signorina Prym dovrà fare da intermediario per un accordo "sulfureo": se gli abitanti del paese accetteranno di commettere un delitto, avranno in cambio la ricchezza: 10 lingotti d'oro.
Il perchè di tale proposta è presto detto: si tratta di verificare se l'Uomo tende irrimediabilmente al Male.
Beh, sembrerebbe proprio di sì in quanto dopo un'assemblea tutti concordano, parroco compreso, di uccidere Berta, una vecchia malata considerata inutile alla comunità oltre che una sorta di strega.
I motivi del parroco sono, per onor di cronaca, diversi da quelli degli altri abitanti: egli crede che dopo essersi macchiati di questo crimine gli abitanti si pentiranno e riscopriranno una Fede più vera (il vecchio "learning by suffering", che non ho mai condiviso granchè...).
L'uomo ha bisogno di quello che in sè ha di peggiore per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.
Come vedete, gli spunti di riflessione ci sono tutti e sono temi eterni: cosa giustifica un omicidio? E questo parametro dell'utilità sociale per valutare chi ha diritto di vivere e chi no, non è di per sè indegno di una società evoluta che ha le sue radici nel Cristianesimo? E per salvaguardare la salute dell'anima è legittimo sperare che le persone cadano nella tentazione, commettendo qualcosa di terribile? Non sarebbe preferibile che ciascuno di noi conservasse un poco della sua superbia e non cadesse mai nell'errore irreparabile?
Ma torniamo al racconto...Il delitto verrà commesso? Non ve lo rivelo, perchè non voglio rovinare la suspense a chi il libro non l'ha letto.
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