Visto il discreto
successo che ha avuto il post sul Project Risk Management,
continuiamo a parlare di gestione del rischio...
Se invece non si vuole
correre il rischio, infatti, una scappatoia i tempi moderni la
offrono e si chiama "assicurazione".
I tempi moderni?
Possibile che i nostri antenati non avessero già individuato una
soluzione analoga?
In fin dei conti, il
bisogno di sicurezza, come del resto avevamo visto quando abbiamo
parlato della piramide di Maslow, è innato...
Ed infatti non era
possibile. Fatte salve le forme di solidarietà tra chi esercitava la
stessa arte o mestiere (mutuo soccorso), che sono sempre state
presenti anche nelle civiltà più antiche, vediamo cosa avevano
previsto i Romani.
I Romani avevano il
"Contratto di cambio marittimo", che presenta, sicuramente,
delle similitudini con quello di assicurazione.
In breve, chi voleva
cimentarsi in traffici marittimi, poteva prendere a prestito una
certa somma di denaro e non era tenuto a restituirla nel caso le
merci andassero perdute per cause di forza maggiore (tempeste, ecc.):
in tal caso chi aveva concesso il prestito poteva rivalersi solo
sulle cose che si fossero salvate.
Se, invece, la spedizione
aveva esito fortunato ( o se la perdita delle merci fosse stata
causata da imperizia o difetto intrinseco), chi aveva ricevuto il
prestito era tenuto a restituire la somma avuta più una
maggiorazione per compensare l'assunzione del rischio da parte di chi
aveva concesso il prestito.
E c'erano anche le
truffe? Vediamo cosa ci racconta Tito Livio...
Da "De Urbe
condita", libro XXV:
Publicanus erat
Postumius, qui multis annis parem fraude avaritiaque neminem in
civitate habuerat praeter T. Pomponium Veientanum, quem populantem
temere agros in Lucanis ductu Hannonis priore anno ceperant
Carthaginienses. Hi, quia publicum periculum erat a vi tempestatis in
iis quae portarentur ad exercitus et ementiti erant falsa naufragia
et ea ipsa quae vera renuntiaverant fraude ipsorum facta erant, non
casu. In veteres quassasque naves paucis et parvi pretii rebus
impositis, cum mersissent eas in alto exceptis in praeparatas scaphas
nautis, multiplices fuisse merces ementiebantur.
M.Postumio
era appaltatore di pubbliche imposte,il quale per molti anni in città
non ebbe uguale per frode e avarizia all'infuori di T. Pomponio
Veientano, che l'anno prima era stato catturato dai Cartaginesi
guidati da Annone mentre saccheggiava temerariamente le terre in
Lucania.Costoro, poichè il rischio della violenza della tempesta era
a carico dello Stato per quelle merci che erano portate agli
eserciti,avevano simulato falsi naufragi e quelli stessi veri che
avevano denunciato erano stati causati dalla frode, non dalla sorte.
Caricate poche merci e di scarso valore su navi vecchie e scassate,
avendole fatte affondare in alto mare salvando i marinai in scafi già
preparati,denunciavano falsamente che le merci erano numerose.
Già, in questo caso,
però, la truffa era ai danni dello Stato e non mancavano nemmeno le
coperture politiche: in pratica essi anticipavano le spese e poi
dichiaravano di aver perso una quantità maggiore di merci di quella
effettivamente acquistata e così venivano ampiamente rimborsati,
sebbene in questo caso, essendo il prestito allo Stato, non fossero
previsti interessi.
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