Già...quando non c'era
Internet e da ragazzi si voleva praticare un po' d'inglese,
interagendo con un coetaneo di madre lingua, la professoressa ci
suggeriva di iniziare un'amicizia per corrispondenza e ”Dear
Pen Pal” era l'inizio quasi obbligatorio di ogni missiva (se
non altro, perché Snoopy iniziava così le sue!!!!!).
Difficilmente, però, ci
rivolgeremmo in questo modo al personaggio creato da Guy de Maupassant,
Georges Duroy o, in arte, “Bel Ami”, in quanto dalla sua amicizia
(e dalla sua penna) è meglio guardarsi.
Esatto, il romanzo di
oggi è proprio “Bel Ami” (1885) , un efficace ritratto
dell'arrampicatore sociale senza patria nonché dell'alta società
parigina del XIX secolo.
Georges Duroy è un uomo
mediocre, nel cuore e nel cervello, ma è molto ambizioso, non ha
scrupoli di sorta ed è di bell'aspetto.
Passeggiando per le vie
di Parigi, un giorno incontra un suo vecchio commilitone che lo
introduce nel mondo del giornalismo. E poco importa se Bel Ami sa a
malapena tener la penna in mano e fa a pugni con i fogli di
carta....”L'importante, è saper zittire gli interlocutori e non
far emergere la propria ignoranza”. E così, poco a poco, impara il
mestiere e comincia la sua scalata sociale, grazie all'appoggio di
donne potenti che riesce a far innamorare di sé. E, soprattutto, si
rende conto che “il giornalismo e la politica sono gli strumenti
migliori per curare i propri interessi” e così la sua ambizione si
fa sempre più smisurata....
Confesso che, al momento,
non ricordo di aver mai fatto tanto tifo contro il protagonista di un
romanzo come in questo caso, auspicando che prima o poi il frutto dei
suoi intrighi venisse giù come un castello di carte, ma è stato tutto lavoro invano....Alla fine, Bel Ami trionfa e probabilmente è proprio questa
la chiave del fascino del romanzo di Maupassant: un cinismo
imperante, che non lascia spazio a buoni sentimenti né a un happy
end.
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