E, allora, seguiamo il
consiglio di Orazio e proviamo a suggerire una chiave di lettura
nuova dell'Odissea.
Tra le espressioni divenute ormai un
cliché nel mondo degli affari c'è sicuramente quella che regala il
titolo al post odierno.
In effetti, pensare in
modo creativo, approcciare i problemi in modo innovativo, uscire
fuori dagli schemi abituali è sicuramente affascinante; sarete tutti
d'accordo, quindi, che, se si tratta di estrarre dal cilindro idee
geniali, ὁ πολύμητις Ὀδυσσεύς è,
indubbiamente, il più bravo di tutti.
Come ricorderete, nel
libro IX Ulisse racconta la sua avventura nella terra dei Ciclopi.
Intrappolato nella
spelonca del selvaggio Polifemo, il nostro eroe è proprio nei
guai....Polifemo è troppo grande, troppo forte e gioca in casa:
nelle caverne accanto alla sua vivono gli altri Ciclopi che,
all'occorrenza, sono pronti a dargli man forte.
Inoltre, la sua è una
corsa contro il tempo..Ogni volta che arriva l'ora dei pasti,
Polifemo gli divora due compagni.
Mano al vocabolario,
dunque, ed iniziamo a tradurre... Trattandosi di versi, per
consentire, il più possibile, la mappatura con i vocaboli greci, la
traduzione non sarà molto “fluida” ( a chi non interessa fare
esercizio insieme a me e desidera godersi una traduzione elegante,
consiglio quella di Pindemonte [N.D.R.: già, proprio lui, quello dei
versi del Foscolo!] ).
τὸν μὲν ἐγὼ βούλευσα
κατὰ μεγαλήτορα θυμὸν
ἆσσον ἰών, ξίφος ὀξὺ
ἐρυσσάμενος παρὰ μηροῦ,
οὐτάμεναι πρὸς
στῆθος, ὅθι φρένες ἧπαρ ἔχουσι,
χείρ᾽ ἐπιμασσάμενος:
ἕτερος δέ με θυμὸς ἔρυκεν.
αὐτοῦ γάρ κε καὶ
ἄμμες ἀπωλόμεθ᾽ αἰπὺν ὄλεθρον:
οὐ γάρ κεν δυνάμεσθα
θυράων ὑψηλάων
χερσὶν ἀπώσασθαι
λίθον ὄβριμον, ὃν προσέθηκεν.
Ed io, dunque,
concepii, nel [mio] grande cuore, il piano
di avvicinarmi a lui e,
sguainata dal fianco la spada tagliente,
al petto ferirlo, là
dove il diaframma cinge il fegato
stringendo [la spada]
nella mano; ma un altro pensiero mi trattenne,
che anche noi saremmo
morti in modo terribile;
non saremmo stati
capaci, infatti, dall'alto ingresso
di spostare con le
[nostre] mani il masso enorme che vi aveva collocato innanzi.
Già, la prima cosa che
ci viene in mente difficilmente è la risposta giusta al nostro
problema. Fortunatamente, a Ulisse le idee non mancano...
ἥδε δέ μοι κατὰ θυμὸν
ἀρίστη φαίνετο βουλή.
Κύκλωπος γὰρ ἔκειτο
μέγα ῥόπαλον παρὰ σηκῷ,
χλωρὸν ἐλαΐνεον: τὸ
μὲν ἔκταμεν, ὄφρα φοροίη
αὐανθέν. τὸ μὲν ἄμμες
ἐίσκομεν εἰσορόωντες
ὅσσον θ᾽ ἱστὸν νηὸς
ἐεικοσόροιο μελαίνης,
φορτίδος εὐρείης, ἥ
τ᾽ ἐκπεράᾳ μέγα λαῖτμα:
τόσσον ἔην μῆκος,
τόσσον πάχος εἰσοράασθαι.
τοῦ μὲν ὅσον τ᾽
ὄργυιαν ἐγὼν ἀπέκοψα παραστὰς
καὶ παρέθηχ᾽ ἑτάροισιν,
ἀποξῦναι δ᾽ ἐκέλευσα:
οἱ δ᾽ ὁμαλὸν ποίησαν:
ἐγὼ δ᾽ ἐθόωσα παραστὰς
ἄκρον, ἄφαρ δὲ λαβὼν
ἐπυράκτεον ἐν πυρὶ κηλέῳ.
καὶ τὸ μὲν εὖ κατέθηκα
κατακρύψας ὑπὸ κόπρῳ,
ἥ ῥα κατὰ σπείους
κέχυτο μεγάλ᾽ ἤλιθα πολλή:
αὐτὰρ τοὺς ἄλλους
κλήρῳ πεπαλάσθαι ἄνωγον,
ὅς τις τολμήσειεν
ἐμοὶ σὺν μοχλὸν ἀείρας
τρῖψαι ἐν ὀφθαλμῷ,
ὅτε τὸν γλυκὺς ὕπνος ἱκάνοι.
E questo sembrò al mio
cuore il piano migliore.
Lì nel suolo vi era,
infatti, un grosso tronco del Ciclope, [buono] per [fare] un
recinto,
verde, di olivo; lo
aveva tagliato per portarselo con sé,
una volta secco. Quando
lo vedemmo pensammo che
fosse grande quanto
l'albero di una nera nave da venti remi,
un mercantile, ampio di
raggio, che attraversa il grande golfo;
tanto era lungo e tanto
era spesso a guardarlo.
Di questo ne tagliai
circa 6 piedi
e lo passai ai
compagni, ordinando loro di pulirlo;
ed essi lo levigarono;
io, [lavorando] accanto a loro , ne appuntii
l'estremità e
afferrandolo immediatamente la temprai sul fuoco fiammeggiante.
Poi lo deposi a terra
pian piano, nascondendolo bene sotto lo sterco,
che si stendeva in
grandi mucchi lungo la grotta;
infine spinsi i miei
compagni a tirare a sorte tra loro,
chi di essi avrebbe
dovuto avere il coraggio di sollevare con me il palo
e di conficcarlo
nell'occhio [del Ciclope], una volta che il dolce sonno lo avesse
vinto.
...e, infatti, trasforma
un “walking stick” (anche se “formato gigante” ) in un'arma
“intelligente” e poi, per celarla, si arrangia come può...☺
Quando tutto è pronto,
si passa all'azione: Ulisse fa ubriacare Polifemo e, con l'aiuto dei
suoi compagni, lo acceca. Polifemo chiama in suo aiuto gli altri
Ciclopi ma..
τίπτε τόσον, Πολύφημ᾽,
ἀρημένος ὧδ᾽ ἐβόησας
νύκτα δι᾽ ἀμβροσίην
καὶ ἀύπνους ἄμμε τίθησθα;
ἦ μή τίς σευ μῆλα
βροτῶν ἀέκοντος ἐλαύνει;
ἦ μή τίς σ᾽ αὐτὸν
κτείνει δόλῳ ἠὲ βίηφιν;
τοὺς δ᾽ αὖτ᾽ ἐξ
ἄντρου προσέφη κρατερὸς Πολύφημος:
‘ὦ φίλοι, Οὖτίς με
κτείνει δόλῳ οὐδὲ βίηφιν.
Da quale male sei
afflitto, o Polifemo, che lanci grida
nella dolce notte e ci
svegli?
Forse qualche mortale
ti porta via le pecore contro la tua volontà?
Forse qualcuno ti
uccide con l'inganno oppure con la forza?
Dall'interno della
spelonca rispose loro il potente Polifemo:
“O amici, Nessuno mi
uccide con l'inganno e non con la forza.”
Già, Ulisse aveva detto
al Ciclope di chiamarsi “Nessuno”....Particolare non
trascurabile, in quanto tutto il suo piano, come lui stesso ci
confida, si basa sull'equivoco generato da questa parola...A volte,
“thinking outside the box” è anche divertente!
A questo punto, la parte
più difficile: uscire dalla grotta.
ἄρσενες ὄιες ἦσαν
ἐυτρεφέες, δασύμαλλοι,
καλοί τε μεγάλοι τε,
ἰοδνεφὲς εἶρος ἔχοντες:
τοὺς ἀκέων συνέεργον
ἐυστρεφέεσσι λύγοισιν,
τῇς ἔπι Κύκλωψ εὗδε
πέλωρ, ἀθεμίστια εἰδώς,
σύντρεις αἰνύμενος:
ὁ μὲν ἐν μέσῳ ἄνδρα φέρεσκε,
τὼ δ᾽ ἑτέρω ἑκάτερθεν
ἴτην σώοντες ἑταίρους.
τρεῖς δὲ ἕκαστον
φῶτ᾽ ὄιες φέρον: αὐτὰρ ἐγώ γε
ἀρνειὸς γὰρ ἔην
μήλων ὄχ᾽ ἄριστος ἁπάντων,
τοῦ κατὰ νῶτα λαβών,
λασίην ὑπὸ γαστέρ᾽ ἐλυσθεὶς
κείμην: αὐτὰρ χερσὶν
ἀώτου θεσπεσίοιο
νωλεμέως στρεφθεὶς
ἐχόμην τετληότι θυμῷ.
ὣς τότε μὲν στενάχοντες
ἐμείναμεν Ἠῶ δῖαν.
Vi erano dei montoni,
ben nutriti e di vello folto,
belli e grandi, di una
lana color porpora;
questi, senza far
rumore, legai insieme con ramoscelli attorcigliati,
sui quali il Ciclope,
quel mostro senza legge, di solito dormiva,
prendendone tre alla
volta: quello nel mezzo avrebbe portato un uomo
e gli altri due, che
andavano ai lati, avrebbero protetto i [miei] compagni.
Perciò, ogni [gruppo]
di tre pecore portava un uomo; io, invece,
poiché c'era un
montone, di gran lunga il più bello di tutto il gregge,
avendolo afferrato per
il dorso, mi rigirai sotto la sua pancia
lanosa, avvinghiandomi
con le mani al suo splendido mantello di lana,
e mi stesi lì, faccia
in su, con cuore deciso.
Così, gemendo,
aspettammo l'alba radiosa.
Ed il mattino seguente
Polifemo, per far uscire il gregge, deve per forza rimuovere il
masso...
A questo punto, se
volete, potete divertirvi ad elencare tutte quelle che ritenete le
“best practices” contenute in questi stralci.
Best wishes.