Cerevisia malorum divina medicina.
La birra è un rimedio eccellente
contro i mali.
Il mio primo viaggio all'estero è
stato, come per molti, una vacanza studio a Londra (di quelle
“classiche”, organizzate dal CTS!).
E, ovviamente, la prima “pint of
lager” in Covent Garden non si scorda!!!
Aggiungendo, poi, che nel primo (e
unico!!!) viaggio di nozze ho fatto scalo a Dublino, con tappa
obbligata alla "Guinness", direi di partire proprio dal leggendario
birrificio irlandese per raccontare la storia di oggi.
Vi anticipo, a scanso di equivoci, che
continueremo a parlare di Statistica...Sapete chi era William S.
Gosset? Un giovane “data scientist” dell'epoca, che lavorava al
reparto sperimentale della Guinness: il suo compito era quello di
migliorare la qualità della birra e di trovare, quindi, il miglior
mix possibile tra materie prime e tecniche di lavorazione. Troppe
erano, però, le variabili (provate a pensare alle varietà di
orzo, di luppolo, dei metodi di coltivazione, di essiccamento, di
conservazione, ecc. ecc.) per poter utilizzare dei campioni di grandi
dimensioni; bisognava trovare il modo di utilizzare dei campioni
piccoli mantenendo, però, il margine di errore entro dei limiti
accettabili.
Gosset osservò che, lavorando con
piccolissimi campioni, le distribuzioni della media differivano
notevolmente dalla distribuzione normale, ma, aumentando la
dimensione del campione, la distribuzione cambiava e si approssimava
via via alla distribuzione normale.
Gosset creò, così, una tabella, che
collegava la distanza dalla misura desiderata alla dimensione del
campione utilizzato, chiamata “la distribuzione t” .
La Guinness gli diede, poi, il permesso
di pubblicare i risultati delle sue ricerche a condizione che la
pubblicazione avvenisse in forma anonima; per questo motivo, si
firmò: “Uno Studente di Statistica”.
Proprio così: la famosa “t di
Student”, che abbiamo studiato all'Università, sarebbe, in verità,
la “t di Gosset”.
E concludiamo, infine, con un po' di
etimologia.... Tutti sanno che “birra”, in spagnolo, si dice
“cerveza”; gli ispanici hanno conservato, infatti, la parola di
origine latina.
Del resto, come dar loro torto?
Cerevisia a Cerere vocatur: potio enim
est et ex seminibus frumenti vario modo conficitur.
La “cerevisia” prende il nome da
Cerere: infatti è una bevanda e si ricava in vari modi dai semi del
frumento.
Direi che, dal punto di vista
evocativo, non c'è paragone...A questo punto, la domanda è
d'obbligo:
Estne cerevisia in armario frigidario ?
C'è della birra in frigo?