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domenica 17 maggio 2020

Two beers or not two beers

Cerevisia malorum divina medicina.
La birra è un rimedio eccellente contro i mali.

Il mio primo viaggio all'estero è stato, come per molti, una vacanza studio a Londra (di quelle “classiche”, organizzate dal CTS!).
E, ovviamente, la prima “pint of lager” in Covent Garden non si scorda!!!
Aggiungendo, poi, che nel primo (e unico!!!) viaggio di nozze ho fatto scalo a Dublino, con tappa obbligata alla "Guinness", direi di partire proprio dal leggendario birrificio irlandese per raccontare la storia di oggi.
Vi anticipo, a scanso di equivoci, che continueremo a parlare di Statistica...Sapete chi era William S. Gosset? Un giovane “data scientist” dell'epoca, che lavorava al reparto sperimentale della Guinness: il suo compito era quello di migliorare la qualità della birra e di trovare, quindi, il miglior mix possibile tra materie prime e tecniche di lavorazione. Troppe erano, però, le variabili (provate a pensare alle varietà di orzo, di luppolo, dei metodi di coltivazione, di essiccamento, di conservazione, ecc. ecc.) per poter utilizzare dei campioni di grandi dimensioni; bisognava trovare il modo di utilizzare dei campioni piccoli mantenendo, però, il margine di errore entro dei limiti accettabili.
Gosset osservò che, lavorando con piccolissimi campioni, le distribuzioni della media differivano notevolmente dalla distribuzione normale, ma, aumentando la dimensione del campione, la distribuzione cambiava e si approssimava via via alla distribuzione normale.
Gosset creò, così, una tabella, che collegava la distanza dalla misura desiderata alla dimensione del campione utilizzato, chiamata “la distribuzione t” .
La Guinness gli diede, poi, il permesso di pubblicare i risultati delle sue ricerche a condizione che la pubblicazione avvenisse in forma anonima; per questo motivo, si firmò: “Uno Studente di Statistica”.
Proprio così: la famosa “t di Student”, che abbiamo studiato all'Università, sarebbe, in verità, la “t di Gosset”.
E concludiamo, infine, con un po' di etimologia.... Tutti sanno che “birra”, in spagnolo, si dice “cerveza”; gli ispanici hanno conservato, infatti, la parola di origine latina.
Del resto, come dar loro torto?

Cerevisia a Cerere vocatur: potio enim est et ex seminibus frumenti vario modo conficitur.
La “cerevisia” prende il nome da Cerere: infatti è una bevanda e si ricava in vari modi dai semi del frumento.

Direi che, dal punto di vista evocativo, non c'è paragone...A questo punto, la domanda è d'obbligo:

Estne cerevisia in armario frigidario ?
C'è della birra in frigo?


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