Le elezioni USA si sono appena concluse e, allora, approfittiamo dell'occasione per riprendere il nostro thread sulla Statistica.
Le elezioni presidenziali americane sono, da sempre, oggetto di previsioni da parte dei nuovi aruspici ma i sondaggi, a volte, sono stati smentiti dal risultato elettorale, divenendo dei veri e propri casi di studio per gli amanti della “Data Science”.
Di “flop” dei sondaggi nella storia delle elezioni “più importanti del mondo” ce ne sono stati vari, anche recentemente, ma l'aneddoto di oggi riguarda quello del 1936, divenuto uno degli esempi, per antonomasia, del cosidetto “sampling bias” (potremmo tradurlo, a scanso di equivoci, “errore di selezione del campione”).
Vediamo come andarono le cose...
Il candidato democratico (e presidente uscente) Franklin Delano Roosevelt affrontava la sfida del candidato repubblicano Alfred Mossman Landon ed il Literary Digest, una popolarissima rivista settimanale che aveva puntualmente previsto l'esito delle 4 elezioni presidenziali precedenti, per l'occasione, non badò a spese: inviò, per posta, il quesito elettorale a circa 10.000.000 di persone e ottenne oltre 2.300.000 risposte.
Sulla base di queste risposte, predisse che Landon avrebbe vinto con il 57% dei voti.
Le cose, però, andarono diversamente: Roosvelt vinse con quasi il 61% dei voti.
Il Literaly Digest perse credibilità e, in meno di 2 anni, fu costretto a chiudere.
Come fu possibile un errore così grande (circa il 18%), utilizzando un campione così enorme?
Il Literaly Digest aveva ricavato gli indirizzi ai quali spedire il quesito dagli elenchi telefonici, dal registro dei proprietari di automobile, dalla lista degli abbonati alla rivista, dalle liste dei membri dei club: tutte queste fonti favorivano la rappresentanza degli appartenenti alle classi più benestanti, storicamente orientate prevalentemente verso il Partito Repubblicano.
L'altro errore macroscopico fu quello di trascurare il fatto che meno del 25% del campione aveva risposto al sondaggio: in sostanza, quelli che non si appassionavano con la politica (oppure non amavano il Literaly Digest!!!) non avevano espresso la loro preferenza, introducendo un altro tipo speciale di errore: la "nonresponse bias".
Contemporaneamente al sondaggio del Literaly Digest, lo statistico Gallup, utilizzando un campione di 50.000 persone, predisse la vittoria di Roosvelt, attribuendogli il 56% dei voti.
In estrema sintesi, se si vuole evitare di commettere l'errore del Literaly Digest, occorre scegliere il campione con cura; tra i vari metodi di selezione, optare per quello casuale, che offre sempre buone garanzie, oppure per quello stratificato (che è quello adottato, per l'appunto, nelle elezioni americane a partire da allora).
Infine, dato che li abbiamo citati, ripassiamo quello che facevano gli aruspici...
Haruspices magis vatum quam sacerdotum genus fuerunt, qui Romae senatus iussu aut consulum, victimarum exta inspiciebant, et, praesertim iecoris et cordis observatione, aut futura praedicebant aut prodigia et omina procurabant. Haruspicinam artem ab Etruscis Romani sumpserunt et per multos annos haruspices ab Etruria arcesserunt. Horum officium erat etiam fulmina sepelire; res enim tactas fulmine terra obruebant, spatiumque, in quod fulmen inciderat, puteali saepiebant. Tamen non omnes haruspicinae credebant; alii eam iudicabant summam stultitiam.
Gli aruspici erano una sorta di indovini più che di sacerdoti, che a Roma, per ordine del Senato o dei consoli, esaminavano le interiora degli animali sacrificati e, soprattutto con l’osservazione del fegato e del cuore, predicevano il futuro o procuravano previsioni e presagi. I Romani adottarono l’arte aruspicina dagli Etruschi e per molti anni convocarono gli aruspici dall’Etruria. Era compito di costoro anche rendere innocui i fulmini; infatti coprivano con la terra le cose colpite dal fulmine e recintavano con un puteale l'area dove il fulmine si era abbattuto. Però non tutti credevano nell’arte degli aruspici; altri la giudicavano una grandissima sciocchezza.
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