Quello dei presagi è uno di temi che, anche in un mondo sempre più dominato dalla scienza e dalla tecnica, saranno sempre oggetto di interesse.
Perfino il più scettico, di fronte ad un sogno o ad un avvenimento insolito, almeno per un momento, esiterà... I Romani, del resto, attribuivano grande importanza ai presagi.
Andiamo a leggerci, allora, quello che scriveva Valerio Massimo, che di presagi dovrebbe intendersene, avendogli dedicato il primo dei suoi 9 libri "Factorum et dictorum memorabilium" ("Di gesta e racconti memorabili").
Sceglieremo, ovviamente, uno di quelli più noti....
C. autem Mario observatio ominis
procul dubio saluti fuit, quo tempore hostis a senatu iudicatus in
domum Fanniae Minturnis custodiae causa deductus est. animadvertit
enim asellum, cum ei pabulum obiceretur, neglecto eo ad aquam
procurrentem. quo spectaculo deorum providentia quod sequeretur
oblatum ratus, alioquin etiam interpretandarum religionum
peritissimus, a multitudine, quae ad opem illi ferendam confluxerat,
inpetravit ut ad mare perduceretur ac protinus naviculam conscendit
eaque in Africam pervectus arma Sullae victricia effugit.
L'osservazione di
un presagio fu senza dubbio la salvezza per C. Mario, quella volta in
cui, essendo stato giudicato, dal Senato, nemico [di Roma], fu
condotto per motivi di custodia in casa di Fannia Minturnia. Infatti
vide un asinello che, come gli si offrì del foraggio, ignorandolo
correva verso l'acqua. Ritenuto che con quello spettacolo la
provvidenza divina gli avesse mostrato quello che sarebbe successo
dopo, essendo espertissimo, inoltre, nell'interpretare i prodigi
divini, dalla moltitudine, che si era radunata per portargli aiuto,
ottenne che venisse condotto al mare e si imbarcò subito su una
piccola barca; approdato così in Africa, sfuggì le armi vittoriose
di Silla.
Beh, un po' di umiltà non guasta mai: a volte conviene dar retta anche agli asini.
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