Facciamo un break e
rispolveriamo uno dei classici del Romanticismo spagnolo, “Don
Alvaro o la fuerza del sino” (“Don Alvaro o la forza del
destino”) di Ángel Saavedra, il “Duque de Rivas”, che
ci consente di allargare il discorso iniziato a proposito di
indovini, vaticini e matematica.
Un po' di romanticismo,
in fin dei conti, oggigiorno ci vuole e gli ingredienti necessari,
nell'opera del Duque de Rivas, ci sono tutti: l'eroe coraggioso e
tormentato, la “donna angelo”, l'eterna lotta tra l'amore e le
convenzioni sociali, l'onore e il sentimento religioso.
¡Ángel consolador del alma
mía!
¿Van ya los santos cielos
a dar corona eterna a mis desvelos?
Me ahoga la alegría...
¿Estamos abrazados
para no vernos nunca separados?
Antes, antes la muerte.
Que de ti separarme y de perderte.
¿Van ya los santos cielos
a dar corona eterna a mis desvelos?
Me ahoga la alegría...
¿Estamos abrazados
para no vernos nunca separados?
Antes, antes la muerte.
Que de ti separarme y de perderte.
Angelo consolatore
della mia anima!
Vanno già i santi
cieli a dar eterna corona ai miei sacrifici?
Mi affoga l'allegria...
Stiamo abbracciati
per non vederci mai
separati?
Prima, prima la morte.
Piuttosto che separarmi
da te e perderti.
Scontato anche il finale,
con Don Alvaro che si suicida (altrimenti che eroe romantico
sarebbe?) dopo aver provocato la morte, in un modo o nell'altro, di
tutti quelli che la sua passione gli ha messo davanti.
E sebbene i suoi nemici
cadano come mosche di fronte alla sua spada, nulla può contro il
destino, i cui progetti non prevedono che i sogni dell'innamorato
vengano coronati.
Baste.
¡Muerte y
exterminio! ¡Muerte
para los dos! Yo
matarme
sabré, en teniendo el
consuelo
de beber tu inicua
sangre.
E'
troppo.
Morte e
sterminio! Morte
per
entrambi! Io togliermi la vita
saprò,
avendo la consolazione
di bere
il tuo sangue iniquo.
Già, Romanticismo a
parte, rimane il dilemma se sia meglio essere fatalisti o sfidare il
proprio fato, come Edipo. Beh, quelli di voi che appartengono al club
dei “dreamers” sicuramente non avranno dubbi: se c'è una buona
ragione per ribellarsi all'ineluttabilità del destino, questa è
l'amore.
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