Riprendiamo il nostro viaggio tra i mestieri e le professioni e, dopo aver parlato di medici e avvocati, parliamo oggi degli architetti e lo facciamo attraverso uno stralcio dell'opera di Vitruvio, che all'architettura dedicò un vero e proprio trattato.
E, allora, da "De Architectura" (Marco Vitruvio Pollione, 15 a.C), vediamo quale doveva essere, per i Romani, la formazione dell'architetto..
Cum
ergo tanta haec disciplina sit, condecorata et abundans eruditionibus
variis ac pluribus, non puto posse se iuste repente profiteri
architectos, nisi qui ab aetate puerili his gradibus disciplinarum
scandendo scientia plerarumque litterarum et artium nutriti
pervenerint ad summum templum architecturae. At fortasse mirum
videbitur imperitis, hominis posse naturam tantum numerum doctrinarum
perdiscere et memoria continere. Cum autem animadverterint omnes
disciplinas inter se coniunctionem rerum et communicationem habere,
fieri posse faciliter credent; encyclios enim disciplina uti corpus
unum ex his membris est composita. Itaque qui a teneris aetatibus
eruditionibus variis instruuntur, omnibus litteris agnoscunt easdem
notas communicationemque omnium disciplinarum, et ea re facilius
omnia cognoscunt. Ideoque de veteribus architectis Pytheos, qui
Prieni aedem Minervae nobiliter est architectatus, ait in suis
commentariis architectum omnibus artibus et doctrinis plus oportere
posse facere, quam qui singulas res suis industriis et
exercitationibus ad summam claritatem perduxerunt. Id autem re non
expeditur. Non enim debet nec potest esse architectus grammaticus,
uti fuerat Aristarchus, sed non agrammatus, nec musicus ut
Aristoxenus, sed non amusos, nec pictor ut Apelles, sed graphidos non
imperitus, nec plastes quemadmodum Myron seu Polyclitus, sed rationis
plasticae non ignarus, nec denuo medicus ut Hippocrates, sed non
aniatrologetus, nec in ceteris doctrinis singulariter excellens, sed
in is non imperitus.
Giacché questa disciplina è così ampia, abbellita e abbondante di differenti e molteplici materie, non ritengo che possano giustamente proclamarsi d'improvviso architetti se non coloro che fin dalla fanciullezza, salendo per questi gradi delle discipline, nutriti della conoscenza della maggior parte delle arti e delle lettere, siano giunti al supremo tempio dell’architettura. Ma forse sembrerà mirabile agli inesperti che la natura dell'uomo possa apprendere e ricordare un così ampio numero di dottrine. Quando si saranno resi conto però che tutte le discipline hanno delle cose in comune ed un collegamento, crederanno che ciò si possa facilmente verificare; infatti una disciplina completa è composita, come il corpo è composto di membra. E così coloro che fin dalla tenera età vengono istruiti in differenti materie, riconoscono in tutte le lettere le medesime caratteristiche e la comunicazione di tutte le discipline, e perciò conoscono tutto più facilmente. Ed è per questo che tra gli antichi architetti Pythius, che edificò eccellentemente il tempio di Minerva a Priene, dice nei suoi commentari che è opportuno che l’architetto, in tutte le arti e le discipline, possa fare di più di coloro che portarono al sommo splendore le cose singolarmente attraverso il loro industriarsi e i loro esercizi. Ma ciò in realtà non è conveniente. Infatti l’architetto non deve né può essere un grammatico, come fu Aristarco, ma nemmeno un illetterato, non deve essere un musico, come Aristosseno, ma neanche un ignorante della musica, non deve essere un pittore, come Apelle, ma nemmeno inesperto di disegno, non deve essere uno scultore, allo stesso modo di Mirone o Policleto, ma nemmeno ignaro delle regole della scultura, non deve essere, tanto meno, un medico come Ippocrate, ma nemmeno privo di nozioni di medicina, non deve eccellere in modo particolare nelle altre discipline, ma nemmeno deve ignorarle.
E, a mio avviso, probabilmente è proprio così, anche in questo mondo dell'ultra-specializzazione: che si architettino edifici, leggi, software, ecc. ecc., non si possono ignorare le lettere nè le altre discipline.
Post collegati: L'agromensore
Nessun commento:
Posta un commento