Beh, visto che
nell'ultimo post abbiamo citato "la Grande Guerra",
approfittiamone per ripassare un po' di Storia e per riannodare uno
dei tanti thread di questo blog....
Con la I° Guerra
Mondiale, infatti, tramonta definitivamente l'Impero Ottomano, già
da molto tempo in declino.
Con la sconfitta,
l'Impero Ottomano perse le regioni mediorientali e subì
l'occupazione straniera: i greci occuparono la città di Smirne e
truppe internazionali si stanziarono lungo la costa.
Con il trattato di Sèvres
(1920) si perfezionò, poi, la liquidazione dell'Impero: fu sancita la
perdita delle province arabe (soprattutto a vantaggio di Francia e
Inghilterra), l'Armenia divenne una repubblica democratica e ai Curdi
fu promessa la possibilità, attraverso un referendum, di ottenere
l'indipendenza all'interno di uno Stato i cui confini sarebbero stati
definiti successivamente.
A questo punto, un
esercito turco, guidato dal generale Mustafa Kemal “Atatürk”,
si ribellò e, con l'aiuto dei Russi, che fornirono armi e
denaro, riuscì a sconfiggere le forze di occupazione (e, "as a result", il sultano si rifugiò a Malta!).
Con il trattato di
Losanna (1923), la Turchia fu riconosciuta come Stato indipendente e
Atatürk
venne eletto presidente.
Ataturk era un convinto
nazionalista e riteneva che la sovranità popolare fosse l'asse
portante di uno Stato in grado di governarsi in modo incondizionato.
La sovranità popolare,
però, non doveva essere ottenuta attraverso il dibattito tra le
forze sociali ma andava presa con la forza.
Questo concetto di
sovranità popolare come mezzo per riformare lo Stato era, tuttavia,
guardato con sospetto da buona parte della popolazione; nelle aree
rurali più povere, il programma di modernizzazione di Atatürk
veniva visto come l'imposizione del volere dell'élite urbana sulla
cultura rurale, profondamente religiosa.
Grazie all'appoggio
dell'esercito, Atatürk
riuscì, comunque, a fare della Turchia una repubblica “con lo
sguardo rivolto ai paesi occidentali”.
Le tensioni, tra militari
ed élite urbana da un lato e l'Islam rurale dall'altro, continuano,
però, anche oggi.
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