Oggi parliamo di cyberbullismo.
Iniziamo, però, con il distinguere i Trolls dagli Haters: sia gli uni che gli altri contribuiscono all'incitamento all'odio ma, mentre l'obiettivo dei primi è quello di sabotare la riuscita di una discussione bombardandola di messaggi aggressivi e incivili, i secondi, invece, dopo aver preso di mira una persona, la insultano e la deridono al fine di ferirla.
Gli psicologi parlano di “effetto Gige”: sentendosi protetti dalla mediazione della Rete, i “bulletti” si disinibiscono e dicono e fanno quello che altrimenti, quando sono osservati dagli altri, non direbbero e non farebbero.
Ogni comportamento sul web, però, atto a recare danno, può essere tracciato e denunciato, da chi subisce l'offesa, alla Polizia Postale ed ecco che, una volta scoperto, il “leone da tastiera” perde tutto il suo “coraggio”.
Rispolveriamo, allora, il secondo libro de “La Repubblica” di Platone e riassumiamo, per quelli che non lo conoscono, il mito dell'anello di Gige.
Gige era un pastore al servizio del re di Lidia.
Un giorno, dopo un violento terremoto, la terra si spaccò creando un voragine nel luogo dove faceva pascolare il gregge.
Gige scese giù e vide, tra le molte meraviglie, un cavallo di bronzo, cavo e con delle aperture.
Vi infilò il capo e scorse il cadavere di un uomo completamente spoglio ma con un anello d'oro al dito; quindi, lo prese e uscì.
Partecipò, poi, alla consueta riunione dei pastori per dare al re il resoconto mensile sullo stato del gregge ma, mentre era seduto con i compagni, per caso girò il castone dell'anello verso di sé e scomparve; successivamente, girò il castone verso l'esterno e ricomparve. Ripetendo l'esperimento, comprese che l'anello aveva il potere di renderlo invisibile e così fece in modo di essere incluso tra gli informatori del re. Giunto alla reggia, divenne l'amante della regina e con lei congiurò contro il re, l'uccise e prese il potere.
Il mito viene citato da Glaucone per affermare che nessuno, se avesse la certezza di non essere scoperto, eviterebbe di compiere azioni illegittime o malvagie; comportarsi in modo giusto, dunque, non sarebbe vera virtù ma solo un compromesso (N.D.R.: tesi cara ai “relativisti” di tutte le epoche!!!).
Socrate gli dimostrerà, invece, che la giustizia ha un valore assoluto, in quanto è necessaria per il buon funzionamento della Polis: è solo con il perseguimento del bene comune e dell'armonia che lo Stato ed i suoi cittadini possono prosperare.
Ma torniamo al nostro “anello magico”... Che uso ne potrebbero fare i nostri “eroi”???
La traduzione, come sempre, fra qualche giorno....
Ὁ τοῦ Ἀρχιμήδους υἱωνός
Τὸ δακτύλιον μαγικόν
Ὁ Ἰδομενεὺς βαδίζων εἶδε δακτύλιον χρυσοῦν.
Ὁ παῖς ἔλαβε tὸ δακτύλιον καὶ περιηλάσατο· περιήγαγε τὴν σφενδόνην εἰς τὸ εἴσω τῆς χειρὸς καὶ ἐγένετο ἀφανής.
Ἔπειτα περιήγαγε ἔξω τὴν σφενδόνην καὶ ἐγένετο φανερός.
Ὁ παῖς οὖν ᾔσθετο τῆς δυνάμεως τοῦ δακτυλίου καὶ ἠθέλησεν ὀνίνασθαι.
Γενόμενος ἀφανής, ἔβη πρὸς τὴν ἀγορὰν καὶ ἔκλεψε πλακοῦντας ἀλλὰ ὑπερεπληρώσε τὴν γαστέρα καὶ ἔσχε τὴν διάρροιαν. Εἶτα, τοῦ διδασκάλου πολλάκις κολάσας αὐτόν, ἔγραψε αἰσχρολογίαν ἐπί τοῦ τείχους διδασκαλεῖου.
Τὸ τελευταῖον ἦλθε εἰς τὸν ποταμὸν καὶ εἶδε τὰς Νύμφας λουομένας.
Ὁ Ἰδομενεὺς ἦν ἀφανὴς ἐξ ἀνθρώπων ἀλλὰ οἱ θεοὶ ὁράουσι πάντα· ἡ Ἄρτεμις ὠργίσατο καὶ ἐρράπισε τὸν παῖδα ἐπὶ κόρρης.
Γενόμενος φανερός, ὁ Ἰδομενεὺς ἔφυγε.
Ἔργον δὲ καλὸν οὔτε θεῖον οὔτ᾽ἀνθρώπινον χωρὶς τῆς ἀρετῆς γίγνεται1.
Il nipote di Archimede
L'anello magico
Idomeneo, mentre camminava, vide un anello d'oro.
Il ragazzo prese l'anello e se lo infilò al dito; girò il castone verso l'interno della mano e divenne invisibile.
Poi girò il castone verso l'esterno e tornò visibile.
Si rese conto, quindi, del potere dell'anello e desiderò approfittarne.
Divenuto invisibile, andò al mercato e rubò delle focacce dolci ma mangiò troppo ed ebbe la diarrea.
In seguito, poiché il maestro lo aveva punito molte volte, scrisse una parolaccia sul muro della scuola.
Infine, si recò al fiume e vide le Ninfe mentre si bagnavano.
Idomeneo era invisibile agli uomini ma gli dei vedono ogni cosa; Artemide si adirò e percosse il ragazzo sulla guancia.
Divenuto visibile, Idomeneo fuggì.
Non può esserci qualcosa di bello nè divino nè umano senza la virtù1.
1 frase di Senofonte riadattata
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