Tὸ εὔδαιμον τὸ ἐλεύθερον, τὸ δ’ ἐλεύθερον τὸ εὔψυχον. (Tucidite, Epitafio di Pericle)
Riprendiamo il nostro thread sugli Imperi (ed il loro crollo!!!) e, con l'occasione, ripassiamo un po' di Storia.
Con il Trattato di Tordesillas (1494), Spagna e Portogallo si erano divisi i territori delle Americhe.
Gli spagnoli avevano confidato la gestione dei loro territori all'élite creola (i creoli erano i discendenti dei coloni europei, mentre le altre etnie erano costituite dagli indios e dagli schiavi africani).
Le riforme introdotte dai Borboni, che prevedevano che i funzionari incaricati dell'amministrazione dovessero provenire esclusivamente dalla penisola, un aumento della pressione fiscale e, soprattutto, un'ulteriore stretta del “patto coloniale”, che obbligava le colonie a commerciare solo con la madrepatria, fecero aumentare il malcontento presso i creoli, che iniziarono ad auspicare una maggiore autonomia.Come sempre, l'occasione, prima o poi, arriva...Nel 1808 Napoleone invade la Spagna e mette sul trono il fratello; l’élite creola ne approfittò, allora, per instaurare delle Giunte di autogoverno.
Il Congresso di Vienna rimetterà Ferdinando VII di Borbone al suo posto, ma ormai è tardi: i coloni non vogliono perdere le libertà acquisite.
In soli 10 anni di guerra, con Simón Bolívar a Nord, José de San Martín a Sud e José Artigas nell'attuale Uruguay, l'impero spagnolo si dissolve.
Ma facciamo un passo indietro...Nel 1815, con la Restaurazione, la Spagna aveva inviato truppe nelle colonie e quasi tutti i movimenti indipendentisti erano stati sconfitti.
Simón Bolívar era stato esiliato in Jamaica e proprio lì, con l'intento di richiamare l'attenzione dell'Inghilterra, scrisse la lettera che presta il titolo al post odierno e che ci offre lo spunto per riassumere il pensiero bolivariano; per comprendere la storia più recente di questa parte del mondo, da Castro a Hugo Chavéz, non si può prescindere, infatti, dal bolivarismo. Giova prima ricordare, però, che Simón Bolívar era stato allievo di Simón Rodríguez1, pedagogo che aveva abbracciato le teorie illuministiche di Rousseau, e quindi conosceva a menadito il “Contratto Sociale” (oltre a “De l'esprit des lois”, di Montesquieu) ed è proprio per la rottura, da parte della Spagna, del Contratto Sociale che nella “Carta de Jamaica” giustifica le lotte indipendentiste, cercando di ottenere l'appoggio degli inglesi.
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El hábito a la obediencia; un comercio de intereses, de luces, de religión; una reciproca benevolencia; una tierna solicitud por la cuna y la gloria de nuestros padres; en fin, todo lo que formaba nuestra esperanza nos venía de España. De aquí nacía un principio de adhesión que parecía eterno, no obstante que la conducta de nuestros dominadores relajaba esta simpatía, o, por mejor decir, este apego forzado por el imperio de la dominación. Al presente sucede lo contrario: la muerte, el deshonor, cuanto es nocivo, nos amenaza y tememos; todo lo sufrimos de esa desnaturalizada madrastra. El velo se ha rasgado, ya hemos visto la luz y se nos quiere volver a las tinieblas, se han roto las cadenas; ya hemos sido libres y nuestros enemigos pretenden de nuevo esclavizarnos.
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Bolívar riteneva che l'America Latina dovesse essere divisa in tante piccole repubbliche indipendenti e che l'obiettivo di queste repubbliche dovesse essere quello di educare e aiutare le persone a realizzare le proprie giuste ambizioni; uno Stato troppo grande, invece, si farebbe guidare dalla bramosia di potenza e decadrebbe presto nella tirannia.
Una volta conquistata l'indipendenza, però, Bolívar si rese conto che i problemi del popolo erano ben lungi dall'essere risolti e, come spesso capita nella Storia, si sentì costretto ad abbandonare il suo precedente idealismo ed a prendere una scorciatoia, autoproclamandosi dittatore del nuovo Stato di Gran Colombia(1828), che comprendeva i territori di Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama . La sua fine politica e la fine dell'esperienza della Gran Colombia erano però vicine: la rivolta del Perù (del quale, pure, era presidente) nel 1829 e la dichiarazione di indipendenza del Venezuela nel 1830, diedero il colpo di grazia a questo suo ultimo disegno. Stanco e malato, il Generale si dimise e morì poco dopo, mentre cercava di recarsi in Europa. La Gran Colombia fu sciolta l'anno successivo.
Cosa aggiungere? La visione di Bolívar delle piccole repubbliche indipendenti si rispecchia nella situazione attuale; al contrario di quanto avvenne per il Nord America, l'America Latina non è mai riuscita a divenire una Federazione di Stati. I problemi sociali continuano ad essere enormi ed il dinamismo di alcune delle vicende politiche di questo continente riflettono, sotto certi punti di vista, quell'ambivalenza bolivariana, che non ha fiducia nella piena democrazia e che si lascia prendere la mano da istinti elitisti.
Occorre ricordare, comunque, che Bolívar apparteneva ad una famiglia ricca e privilegiata e che dedicò ai suoi ideali di Liberazione tutta la sua vita e tutti i suoi averi: morirà povero e amareggiato per i tanti tradimenti e per l'ingratitudine della gente.
Ciò dimostra che, probabilmente, Pericle si sbagliava...
La libertad no hace felices a los hombres, los hace sencillamente hombres.
(Manuel Azaña, presidente della Seconda Repubblica Spagnola)
1 In quanto maestro del “Libertador”, fu chiamato il “Magister Patriae”. Devo ammettere che questo personaggio un po' mi intriga... Educato da un sacerdote, si convertì alle tesi dell'Illuminismo e beffò la polizia spagnola, che lo braccava per aver partecipato alla rivolta del 1797, dicendo di chiamarsi “Samuel Robinson” (in omaggio a Robinson Crusoe!!!) e riuscendo, così, ad imbarcarsi per la Giamaica.
Altro personaggio intrigante è Manuela Sáenz, compagna di Bolívar e figura di riferimento per il movimento femminista dell'America Latina. Lei ricevette, invece, il soprannome di “Libertadora del Libertador”: nel corso di un attentato a Bolívar, organizzato dai seguaci del generale Francisco de Paula Santander, si interpose ai cospiratori facendogli perdere tempo e dando a Bolívar la possibilità di fuggire.
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