Si avvicinano le sospirate vacanze estive e quale periodo migliore per leggersi in santa pace il fatidico "mattone" di 1000 e più pagine?
Beh, il libro che mi va di suggerire questa volta è un libro che ho letto l'anno scorso proprio sulla spiaggia (con buona pace della copertina arsa dal sole e delle pagine che ancora conservano i granelli di sabbia) e si intitola "Il clan dell'orso delle caverne", di Jean M. Auel.
La storia è ambientata nell'era paleolitica (ma per molti aspetti potrebbe essere ambientata nel nostro secolo, il che la dice lunga sul fatto che nonostante il progresso, gli istinti meno nobili sono duri ad affievolirsi) e racconta dell'incontro di Ayla, una bambina Cro-Magnon, con una tribù di Neanderthal, il Clan dell'Orso delle Caverne, per l'appunto.
Oltre alle differenze fisiche, Ayla è più slanciata ed agile, gli uomini di Neanderthal sono più tozzi e forti, ci sono delle differenze cerebrali ancora più notevoli: la gente di Neanderthal ha "i ricordi" innati ossia i bambini nascono sapendo già delle cose, mentre Ayla, al contrario, non ha "i ricordi" ma è molto più intelligente in quanto oltre ad apprendere rapidamente è in grado di scoprire nuove tecniche e nuove cose che anche i più saggi e stimati uomini di Neanderthal faticano non poco a capire. Ayla è il futuro, il saggio stregone alla fine se ne rende conto e capisce che il clan è destinato ad estinguersi, ma la sua integrazione è tutt'altro che semplice, a dimostrazione che l'odio per il diverso, l'invidia per chi è migliore sono vecchi come il mondo.
Degno di riflessione è il modo in cui il Clan castigava le mancanze dei suoi membri: il castigo più temuto era "la condanna a morte" che però non consisteva nell'esecuzione del condannato...semplicemente il reo cessava di esistere, nessuno del Clan gli rivolgeva più la parola, nessuno lo "vedeva "...diventava una sorta di "uomo invisibile".
Beh, già dalla preistoria era noto quindi quanto male possa fare ad una persona l'emarginazione..Aggiungerei che dopo millenni, in un mondo dove non c'è più motivo di preservare l'unità del Clan a tutti i costi (allora l'unità equivaleva alla sopravvivenza materiale) dovrebbe essere pacifico che questo modo di "uccidere" è il modo più vigliacco.
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