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sabato 28 settembre 2013

Cesare e i Galli

Tra i grandi condottieri un posto d'onore dobbiamo assegnarlo sicuramente a Giulio Cesare, per il suo genio militare e la sua magnanimità, della quale abbiamo parlato in un post precedente, ma anche per il fatto che il suo “De Bello Gallico” ci ha introdotto al latino negli anni del ginnasio.
E se pensiamo ai Galli, il nostro ricordo vola probabilmente a quelle letture spensierate dove Asterix e Obelix, prendendo a sberle i Romani, difendevano il loro piccolo mondo e mandavano in bestia il povero Giulio Cesare, che non poteva dire che “Tutta la Gallia era stata conquistata”.
Ma quello che sappiamo dei Galli e dei loro costumi, lo dobbiamo proprio al "De Bello Gallico".
E allora vediamo quello che racconta Cesare, cominciando proprio dall'indole dei Galli...

Itaque cum intellegeret omnes fere Gallos novis rebus studere et ad bellum mobiliter celeriterque excitari, omnes autem homines natura libertati studere et condicionem servitutis odisse, prius quam plures civitates conspirarent, partiendum sibi ac latius distribuendum exercitum putavit.

Così comprendendo che quasi tutti i Galli sono attratti dalle cose nuove e si animano facilmente e rapidamente alla guerra, che inoltre tutti gli uomini per natura sono spinti dalla libertà e hanno in odio la condizione di schiavitù, prima che più nazioni si accordassero, reputò che occorreva dividere e distribuire più ampiamente l'esercito

Quindi questi Galli sembrano veramente irriducibili...Vediamo come se la cavavano con le "relazioni internazionali"....

Est enim hoc Gallicae consuetudinis, uti et viatores etiam invitos consistere cogant et quid quisque eorum de quaque re audierit aut cognoverit quaerant et mercatores in oppidis vulgus circumsistat quibus ex regionibus veniant quas ibi res cognoverint pronuntiare cogat. His rebus atque auditionibus permoti de summis saepe rebus consula ineunt, quorum eos in vestigio paenitere necesse est, cum incertis rumoribus serviant et pleri ad voluntatem eorum ficta respondeant.

I Galli infatti hanno la consuetudine di costringere i viaggiatori a sostare anche contro voglia per chieder loro tutto ciò che sanno o hanno sentito dire su qualsiasi cosa; in città la gente circonda i mercanti e li costringe a dichiarare da quali regioni vengono e cosa hanno appreso. Eccitati da queste cose e da questi racconti si accingono spesso a decisioni su cose molto importanti, delle quali è inevitabile che si pentano subito, essendo asserviti a voci di corridoio, e rispondendo i più con bugie conformi alla loro volontà.

Poveri Galli...A quei tempi non c'era Internet!! E vediamo adesso la politica...

In Gallia non solum in omnibus civitatibus atque in omnibus pagis partibusque, sed paene etiam in singulis domibus factiones sunt, earumque factionum principes sunt qui summam auctoritatem eorum iudicio habere existimantur, quorum ad arbitrium iudiciumque summa omnium rerum consiliorumque redeat. …... Haec eadem ratio est in summa totius Galliae: namque omnes civitates in partes divisae sunt duas. 

In Gallia non solo in tutte le città, ma anche in tutti i villaggi e raggruppamenti, anzi quasi in tutte le case private ci sono delle fazioni, delle quali fazioni i capi sono coloro che sono stimati dal loro giudizio avere  somma autorità, al cui giudizio e arbitrio sono rimessi tutti gli affari e le decisioni più importanti. .... La stessa ratio  vi è in tutta la Gallia: infatti tutte le nazioni sono divise in due partiti.

Quindi, nonostante la frammentazione a livello locale, si tendeva al bipartitismo..Ma passiamo alla religione..Come sapete, in Gallia c'erano i Druidi:

Druides a bello abesse consuerunt neque tributa una cum reliquis pendunt; militiae vacationem omniumque rerum habent immunitatem. Tantis excitati praemiis et sua sponte multi in disciplinam conveniunt et a parentibus propinquisque mittuntur. 

I druidi sono soliti essere dispensati dalla guerra e non pagano le tasse come gli altri. Sono esentati dal servizio militare e hanno l'immunità per tutte le cose. Incitati da tanti privilegi, molti accorrono spontaneamente allo studio, altri sono mandati dai genitori o dai parenti. 

Beh, quindi già al tempo c'era l'esenzione fiscale sui culti religiosi e gli “obiettori totali” legalizzati..E passiamo all'istituto fondante di ogni società, il matrimonio..

Viri, quantas pecunias ab uxoribus dotis nomine acceperunt, tantas ex suis bonis aestimatione facta cum dotibus communicant. Huius omnis pecuniae coniunctim ratio habetur fructusque servantur: uter eorum vita superarit, ad eum pars utriusque cum fructibus superiorum temporum pervenit. 

Gli uomini, quanto denaro ricevettero a titolo di dote dalle mogli, fatta la stima  ne (traggono) altrettanto dai loro beni  e lo mettono in comune con la dote. Di tutto questo denaro  si ha una gestione congiunta e i frutti vengono conservati; chi dei due sopravvive, a lui  perviene la parte di entrambi con i frutti  maturati nel tempo .

C'era già, quindi, la comunione dei beni...
Quindi, concludendo, nulla di nuovo sotto il sole? Parrebbe proprio di no.


P.S.  Essendo un appassionato di fumetti, mi piace ricordare un fumetto che leggevo da bambino, Alem, una sorta di risposta italiana ad Asterix. Alem  era un piccoletto fortissimo che, con i suoi amici Onass (che ricorda Obelix) e Cassius (un incallito giocatore di dadi), difendeva, anche in questo caso a suon di sganassoni,  i confini di un Impero Romano ormai alla frutta.

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