Facciamo un po' di storia
e facciamola, come spesso avviene, attraverso gli occhi del cinema.
Il film scelto è “The
Wind That Shakes the Barley “ (tradotto letteralmente “Il
vento che scuote l'orzo”) di Ken Loach (2006) ed il tema
affrontato è la guerra d'indipendenza irlandese (e la conseguente
guerra civile), attraverso le vicende di due fratelli, gli O'Donovan.
In una terra dove gli
inglesi la fanno da padroni cresce la rabbia dei giovani irlandesi e
Damien, medico in procinto di trasferirsi per lavoro a Londra,
decide di non prendere il treno e si unisce alla brigata dell'IRA
comandata dal fratello Teddy.
Prendere o non
prendere un treno può cambiare radicalmente la tua vita, l'avevamo
già visto in un post precedente.
Brutalità e ritorsioni
si susseguono, ma alla fine gli inglesi sono costretti a ritirarsi e
a concedere all'Irlanda un po' di autonomia (siamo nel 1921). A
questo punto l'esercito repubblicano si spacca: c'è chi si
accontenta sperando di ottenere più autonomia in seguito e chi
invece vorrebbe continuare la lotta fino alla conquista
dell'indipendenza assoluta. Ma oltre che sulla strategia di
medio-lungo termine, la divisione è proprio sugli obiettivi: da un
lato la borghesia vorrebbe limitarsi a cambiare la bandiera e a
mantenere le cose più o meno così come stanno e dall'altro gli
oltranzisti vedono nella guerra la possibilità di mutare gli
equilibri sociali (il livello di denutrizione
infantile in Irlanda era piuttosto alto).
E questa divisione spacca
anche gli O'Donovan e così Damien, ritenendo di essersi spinto
troppo oltre per accettare il bicchiere mezzo vuoto, si ritrova dalla
parte di coloro che vorrebbero continuare la guerra e Teddy, che è
più realista e che preferisce portare a casa comunque un risultato
piuttosto che correre il rischio di far tornare l'esercito inglese,
si schiera con coloro che sono favorevoli al trattato con
l'Inghilterra.
Scoppia quindi la guerra
civile e sarà proprio Teddy a comandare il plotone di esecuzione che
ucciderà Damien.
Ed è la logica,
drammatica conclusione dell'eterno conflitto tra ideali e realpolitik
che ritroviamo praticamente in ogni guerra/rivoluzione: il vero
idealista è matematicamente condannato all'autodistruzione... Damien
potrebbe salvarsi e vivere i suoi giorni con la donna che ama, ma
non vuole: dal momento in cui ha giustiziato un suo amico d'infanzia,
colpevole di aver rivelato, sotto pressione, i nomi dei componenti
della brigata all'intelligence inglese, sente di essere giunto in un
vicolo cieco dal quale può uscire solo con la morte.. Il
compromesso per lui è inaccettabile, le suppliche del fratello, che
vorrebbe salvarlo, inutili e noiose.
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