L'ultimo post sugli
indovini mi ha fatto tornare in mente Filemazio, il
“protomedico, matematico, astronomo, (forse) saggio” della
bellissima canzone di Guccini: “Bisanzio”.
Chissà se è veramente
esistito...Immagino che ci saranno sempre stati uomini che si siano
sforzati di comprendere i passaggi epocali basandosi sulle proprie
conoscenze piuttosto che su istinti poco nobili ma, comunque,
cogliamo la palla al balzo per riannodarci ad uno dei nostri thread,
quello degli imperi che crollano.
Come sappiamo, l'Impero
Romano venne diviso alla morte di Teodosio I (395) , tra i due figli
Onorio e Arcadio, in Impero Romano d'Occidente e Impero Romano
d'Oriente.
Il primo, ormai allo
stremo [N.D.R. : certe eredità sono davvero pesanti!!], terminerà
nel 476, con la deposizione dell'ultimo imperatore legittimo Romolo
Augustolo da parte del generale Odoacre, mentre il secondo durerà
fino al 1453, anno della conquista di Costantinopoli da parte degli
Ottomani.
E, allora, concentriamoci
sull'Impero Bizantino e più in particolare, visto che l'interesse
morboso per il talamo degli altri, specie se potenti o famosi, non
accenna a diminuire, parliamo di Giustiniano I che, in
proposito, sposò Teodora, donna del popolo piuttosto
“chiacchierata” (Procopio di Cesarea, nella sua “Storia
segreta” (un libello contro Giustiniano e Teodora), ne scrisse di
cotte e di crude sul suo conto!!), facendola imperatrice.
Ma, che si trattasse di
voci di corridoio o meno, poco importa (almeno al sottoscritto!!!!):
Giustiniano lasciò in eredità la riorganizzazione del diritto
secondo uno schema non dissimile da quello attualmente in auge in
molte nazioni moderne.
La sua opera riformatrice
può essere suddivisa in tre periodi:
Il primo periodo, dal 528
al 534, durante il quale videro la luce:
- Il “Codex Iustinianus primus o vetus” (528-529) non ci è pervenuto ma, presumibilmente, era un'ampliamento del Codice Teodosiano;
- Il “Digestum” e le “Istitutiones Iustiniani”(530-533)
- Il “Codex Iustinianus repetitae praelectionis”(534) che è quello che ci è pervenuto ed è diviso in 12 libri e 4 argomenti:
- diritto ecclesiastico
- diritto privato
- diritto penale
- diritto amministrativo e finanziario
Il secondo periodo,
dal 534 al 542, caratterizzato dalle “Novellae Constitutiones”;
Il terzo periodo, dal 542 al 565, durante il quale l'attività legislativa fu più scarsa e si concretizzò attraverso l'adozione di altre “Novellae”
L'insieme di queste opere
costituiscono il “Corpus Iuris Civilis”, fondamento della
cultura giuridica di molti paesi.
E, allora, andiamo a
curiosare nel Codex del 534 e vediamo quello che prevedeva il libro
IX, quello del diritto penale, per coloro che si dedicavano a
“malefici, matematica e assimilabili”, così torniamo al punto
da cui siamo partiti (anche se, devo confessarvi che sono un po'
preoccupato, perché comunque il mio lavoro ha a che fare con i
numeri e perché la parte della Statistica che mi ha sempre
affascinato è quella dei modelli predittivi...).
Ad ogni buon conto:
CTh.9.16.0.
De maleficis et mathematicis et ceteris similibus.
….......
CTh.9.16.4
[brev.9.13.2]
Nemo
haruspicem consulat aut mathematicum, nemo hariolum. Augurum et vatum
prava confessio conticescat. Chaldaei ac magi et ceteri, quos
maleficos ob facinorum magnitudinem vulgus appellat, nec ad hanc
partem aliquid moliantur. Sileat omnibus perpetuo divinandi
curiositas. etenim supplicium capitis feret gladio ultore prostratus,
quicumque iussis obsequium denegaverit.
CTh.9.16.0.
Sui malefici, la matematica e altre cose simili
….
CTh.9.16.4
[brev.9.13.2]
Nessuno
consulti un aruspice, un matematico o un indovino. Cessino le
confidenze empie fatte ad auguri e vati. Caldei[*abitanti
dell'Assiria, terra di astronomi], maghi e altri, che il volgo chiama
“Malefici” per la grandezza dei loro crimini, non si dedichino
più a tutto ciò. Si metta fine a ogni curiosità relativa all'arte
della divinazione e d'ora in poi chiunque rifiuti di ossequiare la
legge venga condannato alla pena capitale e sottoposto alla spada
vendicatrice.