Mi ha fatto sempre un
certo effetto andare in un piccolo paese, fosse quello di mio cugino,
quand'ero ragazzo, o quello d'origine della mia compagna, in questa
parte della mia vita.
Sarà perché ho sempre
vissuto in città o sarà, come dice Pavese,
perché
Un paese ci vuole, non
fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non esser
soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa
di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è
facile starci tranquillo....
Correct! Oggi parleremo
de “La luna e i falò”, probabilmente il romanzo più
bello di Pavese.
E, come al solito, non ci
soffermeremo molto sul racconto ma ci concentreremo su alcuni spunti di riflessione
che l'autore ci suggerisce.
Così questo paese,
dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il
mondo. Adesso che il mondo l'ho visto davvero e so che è fatto di
tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto.
Già, ognuno ha il suo piccolo mondo ed è anche probabile che i
paesi si assomiglino un bel po'... Sono sicuro che molti di noi
avranno avuto un amico (o un'amica) come Nuto, qualcuno che, nel bene
o nel male, andava oltre il pensiero comune e che, per un periodo
della nostra adolescenza, ci ha fatto un po' da mentore,
affascinandoci e aprendoci nuovi occhi.
E la scoperta della
sensualità e dell'amore...Volete che non ci sia stata qualcuna (o
qualcuno) che abitava nelle nostre vicinanze e che, per noi, era
davvero speciale? E non vi è mai capitato, a distanza di tanti
anni, di pensarci e magari di voler sapere che vita avrà avuto?
(NDR: Beh, adesso c'è facebook che ci facilita il lavoro ma che così
toglie spazio alla fatica della ricerca e all'immaginazione che, a
mio avviso, sono il vero sale dei viaggi nel passato!!! [Sarà per
questo che non mi piace granché e che lo uso pochissimo? Chissà!]).
E chi di noi, una volta
fatte le proprie esperienze, non ha cercato, almeno per un po', di
essere mentore, a sua volta, di qualcuno, fosse un collega più
giovane o un ragazzo che, comunque, gli ricordasse com'era prima,
come il protagonista cerca di esserlo di Cinto?
Ed il periodo
dell'impegno politico o sociale, per breve o lungo che sia stato? Ed
i giorni di festa? Scommetto che ce ne sarà stato qualcuno che vi è
rimasto, per una qualche ragione, nel cuore.
Del resto, cosa sarebbe
un paese senza i suoi giorni di festa? Falò, toros de fuego,
infiorate o encierros...Ogni paese ha il suo modo di celebrarli, al
susseguirsi delle stagioni .
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