A scanso di equivoci, non
è un incitamento a intraprendere la carriera del Griso e del Nibbio
ma soltanto un modismo della nostra lingua, l'equivalente di “be
good” in inglese o “portate bien” in spagnolo.
Chissà quante volte,
magari, le mamme di questi due galantuomini, che con ogni probabilità
non parlavano né inglese né spagnolo, avranno rivolto loro queste
precise parole ed i due pargoli sembrano averle prese così bene alla
lettera da diventare entrambi “capi dei bravi” (rispettivamente
di quelli di Don Rodrigo e di quelli dell'Innominato)!
Probabilmente la parola
“bravo”, per qualificare il mestiere del Griso e dei suoi compari
, viene dal latino “pravus” (malvagio), mentre in spagnolo questa
parola significa “coraggioso, valoroso”.
Joking apart, per oggi
niente greco né latino né letteratura ma parleremo, invece, di
comportamenti e di modelli di apprendimento, perché non dobbiamo mai
smettere di migliorarci imparando.
E partiamo allora dal
“Behaviorismo”, scuola di pensiero creata da John B.
Watson negli anni '20, che si dedica allo studio di come il
processo di apprendimento influenzi il nostro comportamento.
In soldoni, il lavoro
consiste nell'osservare come le persone reagiscono agli stimoli che
vengono loro forniti e nel registrare le loro risposte a tali
stimoli.
Non c'è ombra di dubbio
che l'ambiente in cui viviamo eserciti una grande influenza sul
nostro modo di comportarci, obbligandoci ad imparare nuovi modelli
comportamentali e motivandoci a cambiare (oppure a restare noi
stessi).
Un ruolo importante, come
sottolinea B.F.Skinner, lo giocano le conseguenze che un
determinato comportamento porta con sé: se il nostro modo di agire
verrà ricompensato, è molto probabile che quel “modus operandi”
verrà ripetuto e quindi immagazzinato (N.D.R.:“ripetendo si
impara!!!!”); se, invece, verrà sanzionato, difficilmente sarà
ripetuto. Ci sono, ovviamente, delle eccezioni, altrimenti non ci si
spiega perché il Pierino di turno finisca sempre dietro la lavagna o
perché il cappello con le orecchie d'asino alcuni non riescano
proprio a toglierselo, ma comunque il ragionamento fila.
Punti di debolezza
nell'approccio behaviorista, però, ve ne sono: in questo modo le
persone non sono incoraggiate a sviluppare delle proprie strategie di
apprendimento né delle proprie motivazioni. La nuova frontiera è
quindi quella dell'interazione, di divenire parte attiva del processo
di apprendimento e sicuramente Internet ci offre delle potenzialità
tali che possiamo imparare tutto quello che vogliamo, come vogliamo,
dove vogliamo e quando vogliamo. Dovremmo, per equità, dare anche
qualcosa in cambio, quindi... Diamoci da fare!
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