Conquistare il mondo a
dorso di cavallo è facile; il difficile è smontare e governare.
Gengis Khan
Riprendiamo il nostro
thread degli imperi che crollano per parlare di uno vastissimo,
costruito a tempo di record e altrettanto rapidamente disgregatosi:
quello dei Mongoli (1206-1368).
Certo è che i Mongoli
erano dei conquistatori atipici: straordinari cavalieri ed arcieri,
sebbene si abbandonassero a distruzioni e massacri spesso insensati,
erano piuttosto tolleranti verso le altre religioni, essendo
interessati, soprattutto, a riscuotere imposte.
I Mongoli vedevano di
buon occhio il commercio (perché, ovviamente, potevano tassarlo!!) e
durante la loro egemonia si costituì una vasta area commerciale
protetta e crebbero notevolmente gli scambi tra Oriente e Occidente.
Oltre alla tolleranza
religiosa, alla riscossione delle imposte e all'incentivazione del
commercio, l'impero dei Mongoli si distinse per l'applicazione della
meritocrazia: nell'esercito di Gengis Khan, la ricchezza e/o
la nobiltà non contavano...Contava esclusivamente il merito (e
stiamo parlando del XIII secolo! ).
Altro particolare
curioso, fu la prassi dei trasferimenti degli amministratori
pubblici: poiché i Mongoli non erano bravi nell'arte di amministrare
lo Stato, i funzionari più capaci venivano trasferiti
all'occorrenza, favorendo in questo modo la diffusione del sapere ed
il contagio culturale.
Forse è azzardato
affermarlo, ma per molti aspetti l'impero mongolo rompe con il
sistema feudale e presenta alcune caratteristiche dell'età moderna.
Perché cadde? Da un
punto di vista prettamente storico, la rivolta della Cina che portò
all'instaurazione della dinastia dei Ming segnò la crisi dell'impero
mongolo, ma probabilmente la risposta è nella citazione che apre il
post odierno: governare è più difficile che conquistare.
Nessun commento:
Posta un commento