Si avvicina il Carnevale
e allora, come nostro solito, andiamo a vedere come lo celebravano i
Romani, visto che ho recuperato questa breve versione di latino....
December est mensis
quo civitas exultat et luxuriae publice indulget.
Tota urbs sonat. Servi
vestes dominorum induunt, cum dominis laeti accumbunt et magno cum
gaudio cenant. Cives autem togam exuunt.
Pauci sobrii manent;
multi, ebrii, tempus luxuria et libertate agunt.
Dicembre
è il mese in cui la cittadinanza gioisce e si abbandona
pubblicamente alla lascivia.
Tutta la
città risuona. I servi indossano i vestiti dei padroni, lieti si
accomodano a tavola insieme ai padroni e con grande allegria cenano.
I cittadini poi si tolgono la toga.
Pochi
restano sobri; molti, ebbri, impiegano il tempo in lussuria e
libertà.
Come vedete, il
“Carnevale Romano”, ossia i “Saturnalia”, cadeva in Dicembre,
ossia con l'approssimarsi della fine dell'anno, e simboleggiava
l'esigenza di rinnovamento.
Crollavano le barriere
sociali e le inibizioni per liberare un'energia primordiale e
rigeneratrice (ovviamente, poi si tornava all'ordine precostituito).
I Romani, in questi giorni, tra banchetti (N.D.R. : anche se non
c'erano frappe e castagnole, se la passavano bene lo stesso!) e
celebrazioni religiose (vivevano di agricoltura, quindi bisognava
propiziarsi gli dei per avere un buon raccolto), si scambiavano gli
auguri ed anche dei piccoli regali, detti “strenne” (dal
latino “strena”; già, proprio così: la “strenna” di
Natale viene proprio dall'usanza romana di scambiarsi dei regali
durante i Saturnali).
Alla prossima.
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