Per celebrare la
Liberazione stavolta niente libri ma TV.
Strano come certe cose
restino impresse, tuttavia ricordo ancora uno sceneggiato, di Leandro
Castellani, trasmesso dalla RAI nel lontano 1974.
Il titolo era "Quaranta
giorni di Libertà" e raccontava la storia della Repubblica
dell'Ossola, una repubblica partigiana che ebbe vita breve ma
intensa.
I fascisti riuscirono a
riconquistare il territorio nel giro, per l'appunto, di poco più di
40 giorni, tuttavia la Repubblica dell'Ossola, in questo breve
intervallo, riuscì a darsi un'organizzazione democratica.
Ci furono anche altre
repubbliche partigiane, perché i partigiani talvolta prendevano
delle città anche se sapevano bene che poi non sarebbero riusciti a
tenerle: l'importante era dare un segnale di discontinuità.
Perché non c'è nulla di
peggio che doversi convincere che il destino è ineluttabile, che le
cose sono sempre andate così e mai cambieranno.
La lezione è, quindi,
che è necessario "menare le mani" per conquistarsi anche
soltanto un assaggio di libertà.
Lo sceneggiato aveva,
ovviamente, una sigla (la cantava Anna
Identici): il testo è bello e ve ne riporto, come al
solito, alcune strofe:
Dentro il nostro cuore era già
domani,
tutti i nostri canti che rubava il
vento.
Spuntava in mezzo ai sassi di quei
monti
l’albero della nuova primavera,
di fronte al cielo nero che
avanzava.
.....
Spesso dentro il cuore normale è
niente,
tanti nostri sogni che ha rubati il
tempo.
Quell’albero ha trent’anni ed è
cresciuto,
alla sua ombra è comodo restare
però dà tante foglie e pochi
frutti.
Svegliati ancora, troppo c’è da
fare,
se resti lì a guardare,
l’albero che hai piantato può
morire.
….
Buon 25 Aprile!