Continuiamo ad addentrarci nel XXI secolo. Il 2003 è l'anno della guerra in Irak e l'anno in cui Guillermo Carnero scrive i suoi "Poemas arqueológicos". Ed è l'anno in cui il Premio Nobel per la letteratura è assegnato al sudafricano J.M. Coetzee.
"Aspettando i barbari" è il racconto di oggi e fu scritto da Coetzee nel 1980, quando in Sudafrica vigeva l'apartheid.
In un villaggio di un fantomatico impero, un magistrato assiste alla brutalità dell'esercito nei confronti delle popolazioni nomadi. Inviati per verificare se i "barbari" stanno tramando contro l'impero, i soldati si accaniscono contro questa gente inerme: torture, omicidi...il tutto per preparare la solita guerra santa contro il "Nemico" del quale sembra che nessuno (Stato, gruppo o individuo) riesca ancora a fare a meno.
Il magistrato si ribella di fronte a queste colossali ingiustizie, ma è la ribellione di un uomo solo contro il Potere e quindi non rappresenta nessuna minaccia.
Critica senza mezze misure dell'imperialismo, il libro ci rammenta che il Potere, quando è sfuggito ormai al controllo della collettività, è spietato e corrotto e che ha bisogno dell'odio e dell'appoggio delle "bestie di sempre" per consolidarsi.
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