Studiare le lingue è divertente e ci
aiuta ad essere un po' più “open-minded”, lo sappiamo.
Imparare nuovi vocaboli e modi di dire
modifica la nostra percezione del mondo ed il nostro modo di vivere
la vita.
Ho voglia, oggi, di accennare all'ipotesi
di Sapir-Whorf , perchè, valida o meno, è comunque
sicuramente affascinante.
Secondo questa teoria, la nostra
struttura linguistica non è solo il risultato delle nostre
esperienze, ma assume un ruolo attivo nella determinazione dei nostri
comportamenti: in soldoni, la nostra conoscenza linguistica influenza
il nostro modo di pensare.
Worf, in particolare, studiò in modo
dettagliato le differenze tra l'inglese e la lingua hopi (appartiene
alla famiglia delle lingue uto-atzeche) e richiamò l'attenzione sul
fatto che mentre lo standard linguistico europeo tende a
rappresentare il tempo come una sequenza di distinte e numerabili
unità, la lingua hopli e quelle dei nativi americani sono invece
orientate al processo e quindi non prevedono le unità di misura del
tempo, con conseguente influenza sulle loro abitudini.
Beh, come al solito le critiche non
mancarono, tuttavia bisogna ammettere che è una tesi suggestiva...
Magari ci fosse una lingua che potesse influenzare in modo positivo i
nostri pensieri ed i nostri comportamenti!!! Già, bisognerebbe
renderne subito lo studio obbligatorio.
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