Avevo voglia di teatro e,
anche, voglia di ridere, perché l'anno scorso, a causa di un brutto
incidente, sono stato costretto a rimanere a casa per molti mesi e
quindi ..
Sono appena tornato da
Madrid, dove ho assistito alla versione spagnola della “Cena dei
cretini” (“La cena de los idiotas”; l'opera
originale è di Francis Veber: “Le dîner de cons”
), commedia gradevolissima che oltre a farci ridere molto ci invita a
riflettere, tra una catastrofe e l'altra, sui nostri comportamenti.
Perché ridere è
un'ottima terapia ma, come avevo già avuto occasione di dire,
bisognerebbe anche ridere “bene”.
Perché lo “humor nero”
è disprezzo e cattiveria e risalta tutta la pochezza di chi ci si
crogiola.
Inutile barricarsi dietro
frasi fatte del tipo “e che sarà mai...” oppure “era tanto per
farsi due risate..”: la denigrazione dell'altro è la fonte di
quelle “due risate” e spesso e volentieri si aggiungono ulteriori
ed inutili complicazioni alla vita sociale del malcapitato.
Ma, almeno sul
palcoscenico, a volte il canovaccio viene stravolto e la vittima
predestinata finisce, involontariamente, per inguaiare il proprio
carnefice, facendogli passare una gran brutta serata.
E, in fin dei conti, chi
è il vero “cretino”?
Beh, con ogni probabilità
aveva ragione Forrest Gump, nell'indimenticabile film di Robert
Zemeckis:
Stupid is as stupid
does.
Stupido è
chi lo stupido fa
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