Visto che nel post precedente abbiamo accennato alla contestazione studentesca del '68, approfittiamone per parlare dell'esperienza del collettivo teatrale "La Comune" di Dario Fo, che negli anni tra il 1968 ed il 1975 si distinguerà per la satira diretta nei confronti della classe dirigente e per il fatto che le opere vengono rappresentate nelle fabbriche, nei quartieri popolari e nei campi.
Sono gli anni di "Morte accidentale di un anarchico" , "Il Fanfani rapito", "Morte e resurrezione di un pupazzo" e "Non si paga, non si paga" .
Qualche accenno a quest'ultima, visto i tempi che corrono...Negli anni della crisi economica, con l'inflazione che galoppa ( ricordo i mini-assegni, emessi prima dalle banche e poi anche dai grandi magazzini, la svalutazione della lira e tutti i problemi per arrivare alla fine del mese..) , Antonia, la protagonista, assiste ad una singolare rivolta nel supermercato: le donne rifiutano di pagare i prodotti oppure stabiliscono esse stesse il giusto prezzo ("La spesa proletaria"!). Considerando le sue difficoltà, le bollette e l'affitto da pagare, Antonia ne approfitta per riempirsi la sporta. L'opera contiene un'esplicita critica nei confronti dei licenziamenti delle donne incinte e nei confronti della Chiesa Cattolica per la sua posizione sugli anticoncezionali.
Le protagoniste sono le donne, coloro che in quegli anni dovevano effettivamente cimentarsi quotidianamente nell'arte di mettere qualcosa a tavola senza avere la capacità miracolosa di moltiplicare pani e pesci; gli uomini, invece, non ci fanno una bella figura: risultano pavidi e irrimediabilmente assuefatti alla TV (beh, considerando che la TV la guardo pochissimo, forse mi salvo!!!!).
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