Restiamo dunque in Sicilia e parliamo di un libro oggetto di un'iniziativa che fece abbastanza scalpore: gli insegnanti delle classi ginnasiali di un liceo del Ragusano decisero, anni fa, di sostituire la lettura de "I promessi sposi" con quella del "Birraio di Preston", di Camilleri, adducendo la motivazione che i Promessi Sposi annoiavano gli alunni con il rischio che poi ci fosse un rifiuto da parte loro nei confronti della letteratura.
Devo dire che, per quanto mi riguarda, a me i Promessi Sposi non annoiarono affatto e mi anzi sono impegnato, come punto d'onore, di farli leggere alla mia compagna (che è straniera)..Sebbene finora i tentativi non siano andati a buon fine, non desisterò.
"Il Birraio di Preston", comunque, è molto divertente e quindi ben venga il coraggioso tentativo di rinnovare il programma ministeriale ogni tanto..Chi pensa che la scuola debba restare immobile in secula seculorum erra: senza esperimenti non c'è nemmeno progresso.
Ma veniamo alla trama: il Prefetto vuole far rappresentare a tutti i costi, all'inagurazione del teatro di Vigata, l'opera lirica "Il Birraio di Preston", particolarmente invisa ai vigatesi, e lascia quindi carta bianca ad un noto "uomo di rispetto" locale affinchè imponga, con le buone o con le cattive, la sua volontà.
Don Memè usa la sua "ars persuadendi" per intimidire coloro che maggiormente osteggiano la rappresentazione dell'opera, ma sarà tutto vano: alla fine bisognerà ricorrere all'esercito per arginare i tumulti nel giorno della rappresentazione. In un susseguirsi di eventi comici e drammatici, alla fine viene svelato il perchè di tanta ostinazione da parte del Prefetto: voleva fare un omaggio alla sua consorte, facendo inagurare il teatro con la stessa opera a cui avevano assistito quando si erano conosciuti..Il fatto è che la memoria del Prefetto non era poi così buona: non era "Il Birraio di Preston" l'opera alla cui rappresentazione incontrò la sua futura moglie, ma "La Clementina".
Va beh, basta il pensiero!!!!
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