Continuiamo il nostro viaggio nell'universo dell'eros e facciamo un bel balzo all'indietro nel tempo, andando a spolverare niente poco di meno che l' "Ars Amatoria" di Publio Ovidio Nasone (per farla breve, "Ovidio").
Ovidio è uno dei maggiori esponenti della poesia elegiaca erotica e vi riporto qui uno stralcio della sua celebre opera "Ars amatoria".
Vediamo quali consigli ci da.....
Nec timide promitte: trahunt promissa puellas; Pollicito testes quoslibet adde deos. Iuppiter ex alto periuria ridet amantum, Et iubet Aeolios inrita ferre notos.
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Ludite, si sapitis, solas impune puellas: Hac minus est una fraude tuenda fides. Fallite fallentes: ex magna parte profanum Sunt genus: in laqueos quos posuere, cadant.
Prometti senza timidezza: le promesse attirano le fanciulle; e come testimoni degli impegni presi invoca gli dei che preferisci. Giove dall'alto ride degli spergiuri degli amanti, e Eolo ordina ai venti di disperderli nel nulla.
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Scherzate impunemente, se siete furbi, solo con le fanciulle:in questo caso una frode è meno grave che la lealtà. Ingannate chi inganna: le donne sono, per la maggior parte, una razza sacrilega: che cadano nei lacci che hanno teso.
Beh, non c'è male....L'opera di Ovidio, comunque, è davvero senza tempo, vale la pena di ridargli un'occhiata.
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