Niente cori da stadio, per carità...E' solo ora di riprendere la nostra esplorazione dei mali contemporanei, tra i quali un posto (non so se nella "top ten", sono indeciso!) spetta alla ricerca della bellezza a tutti i costi. Nessuna crociata, ci mancherebbe, ma comunque è un dato di fatto che il ricorso all'estetista se non addirittura al bisturi è diventato molto frequente, anche tra i giovanissimi.
Ma come difendersi e come proteggere i propri figli da un mondo che sembra implacabile nei confronti di chi bellissimo non è? Il rischio emarginazione sembra essere sempre dietro ogni angolo: a scuola, nel lavoro, in tutte le forme di vita sociale..
Come al solito, prendiamoci un libro e vediamo se c'è qualche suggerimento in proposito: questa volta è toccato alla "Bruttina stagionata", di Carmen Covito.
In una Milano non proprio "romantica", vive una zitella quarantenne, timida e sgraziata, che, ironia della sorte ( o della scrittrice), si chiama pure Marilina, così il contrasto con la celebre stella del cinema, che fece innamorare spettatori e presidenti, è gioco forza.
Marilina vive imprigionata nel suo corpo e nei suoi problemi: è laureata ma la sua timidezza le impedisce di affrontare direttamente i conflitti, quindi rifugge terrorizzata la possibilità di dedicarsi all'insegnamento: si guadagna la vita scrivendo tesi di laurea per conto terzi, cosa in cui è bravissima.
Sembra condannata a una vita grigia, però la nostra eroina è senza punti di appoggio (non ha un uomo, nè degli amici, nè una madre, su cui fare affidamento) ma non è senza risorse: la sua peculiarità è un'intrinseca abilità a aggirare tutti i problemi che le si presentano e a trovare una giustificazione a tutti per il loro comportamento, non sempre esemplare, nei suoi confronti e così, senza lasciarsi travolgere dal risentimento, poco a poco esce dalla sua gabbia.
Passando da una relazione all'altra (un ex-tossicodipendente, un extracomunitario, un rampollo benestante), libera la sua sessualità e si rende conto che, nonostante sia brutta, riesce a far conquiste.
Naturalmente questa non è una favola e non c'è un happy end, almeno nel senso pieno del termine: per Marilina non si prospetta quel futuro di matrimonio e maternità che certificano l'integrazione all'interno della società, ma a lei probabilmente non importa..Quello che le importava veramente era essere libera (e volersi un po' di bene) e c'è riuscita.
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