Facciamo un break e parliamo di cinema. Per l'occasione, ho scelto di tirar fuori dalla mia videoteca il primo lungometraggio di François Truffaut, "Les Quatre Cents Coups", che inizierà la cosidetta "Nouvelle Vague". Premessa doverosa, in questo caso non possiamo adoperare la traduzione letterale ("I quattrocento colpi") : "faire les 400 coups" si può rendere in italiano in "fare il diavolo a 4" ed è più o meno quello che fa, in senso "buono", il giovanissimo protagonista, Antoine Doinel.
Più Pinocchio che Gian Burrasca, Antoine inventa una bugia enorme per giustificare la "sega" a scuola, raccontando al professore che sua madre è morta, poi scappa da casa, "plagia" Balzac in un tema e finisce per rubare una macchina da scrivere dall'ufficio di suo padre (che in realtà lo è solo di nome), salvo poi farsi "beccare" mentre la restituisce.
Finisce così in un "Centre d'observation" (non so perchè, ma mi viene automaticamente la rima con "prison") dal quale comunque alla fine evaderà con una bella, liberatoria e indimenticabile corsa.
Ma chi è Antoine Doinel e perchè si comporta così? E' un normalissimo adolescente, un sognatore, che cresce in una famiglia che non gli presta l'attenzione necessaria e che alla fine non ne vuole più sapere di lui. Prova a comportarsi bene, ma i suoi tentativi falliscono tutti maldestramente: è talmente devoto di Balzac da costruirgli una sorta di altare in un armadietto, con tanto di candela, rischiando di mandare a fuoco la casa. Mente in continuazione, ma se non mentisse sarebbe la stessa cosa perchè la verità ed il suo disagio non interessano a nessuno. E quali sono, poi, i suoi modelli? La madre tradisce il suo padre "legale" mentre quest'ultimo sembra un buon diavolo ma in realtà si disinteressa completamente di lui e il suo unico scopo nella vita è l'organizzazione di corse automobilistiche.
Il maestro, la polizia, l'educatore del riformatorio rappresentano poi quel tipo di società verso la quale un adolescente non può che ribellarsi; il suo unico conforto in un mondo completamente ostile è il suo compagno di marachelle, René ( NDR: ci vuole sempre un "Lucignolo").
Antoine è decisamente un "puro", paga il prezzo anche di marachelle non sue (e questa è una cosa che ho spesso notato: le marachelle dei "chirichetti" le pagano quasi sempre le "pecore nere" che lo fanno con quella dignità che manca ai primi), è un ingenuo (racconta tutto alla psicologa del riformatorio, con la conseguenza che i suoi genitori decidono di tagliare definitivamente i ponti con lui) e ha coraggio, quindi sembra inevitabilmente destinato alla sconfitta. Verrà sconfitto definitivamente? Non lo credo, con la sua fuga continua la rincorsa verso una nuova moralità che si basi più sulla sensibilità che sulla fermezza.
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