E' ora di colmare una delle tante lacune che ha (e che avrà) questo blog, rendendo omaggio a Egdar Lee Masters, che era uno dei poeti preferiti da un mio compagno di scuola. Più precisamente, al vertice della sua classifica c'erano due poeti tra loro forse agli antipodi, l'americano Masters e il romano Trilussa, accomunabili però da quella schiettezza che probabilmente gli piaceva molto.
Ed è fuori di dubbio che sulla collina di Spoon River c'erano sepolte persone di tutti i tipi e che parlavano senza troppi peli sulla lingua, cosa che probabilmente non doveva piacere al fascismo cosicchè quando il libro fu pubblicato in Italia aveva come titolo, per l'appunto, "Antologia di S.River" per beffare la censura. Per il momento ci riuscì, ma poco dopo la casa editrice venne confiscata e la traduttrice, Fernanda Pivano, pagherà con il carcere le sue traduzioni di libri "proibiti".
Passata la "nottata", il libro ebbe un grande successo. Probabilmente tutti avrete letto il "Suonatore Jones" , oppure conoscerete altri personaggi dell'opera grazie al lavoro di F.De Andrè "Non al denaro, non all'amore né al cielo", che si ispira per l'appunto all'Antologia di Spoon River...Per oggi scelgo invece, tra i tanti abitanti della collina, una voce un po' fuori dal coro, quella di Lucinda Matlock:
I went to the dances at Chandlerville,
And played snap-out at Winchester.
One time we changed partners,
Driving home in the moonlight of middle June,
And then I found Davis.
We were married and lived together for seventy years,
Enjoying, working, raising the twelve children,
Eight of whom we lost
Ere I had reached the age of sixty.
I spun, I wove, I kept the house, I nursed the sick,
I made the garden, and for holiday
Rambled over the fields where sang the larks,
And by Spoon River gathering many a shell,
And many a flower and medicinal weed—
Shouting to the wooded hills, singing to the green valleys.
At ninety-six I had lived enough, that is all,
And passed to a sweet repose.
What is this I hear of sorrow and weariness,
Anger, discontent and drooping hopes?
Degenerate sons and daughters,
Life is too strong for you—
It takes life to love Life.
|
Andavo ai balli a Chandlerville
e giocavo alle carte a Winchester.
Una volta cambiammo compagni
tornando a casa con la luna di giugno,
e allora conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme per settant'anni
divertendoci, lavorando, crescendo i dodici figli
otto dei quali perdemmo
prima che avessi raggiunto i 60 anni
Filavo, tessevo, gestivo la casa, attendevo il malato
curavo il giardino e, per vacanza,
girovagavo per i campi dove cantavano le allodole,
e per lo Spoon River raccogliendo tante conchiglie,
e molti fiori e erba medicinale-
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi valli.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, questo è tutto,
e passai ad un dolce riposo.
Cos'è questo che sento di dispiaceri e stanchezza
rabbia, scontento e speranze deluse?
Figli e figlie degeneri,
la Vita è troppo forte per voi-
ci vuole vita per amare la Vita...
Nessun commento:
Posta un commento