Un giorno un
rivenditore di cappelli, stanco di tanto girovagare, decise di
schiacciare un pisolino sotto un albero. Quando si risvegliò, scoprì
che delle scimmie avevano rubato tutti i suoi cappelli e li stavano
indossando.
Si arrabbiò
moltissimo, cominciò a urlare e a pestare i piedi, ma l'unico
risultato che ottenne fu che anche le scimmie si misero ad urlare e a
pestare i piedi.
Allora ebbe un'idea
geniale: siccome le scimmie imitano tutto quello che vedono, si tolse
il cappello che aveva in testa e lo gettò a terra. Anche le scimmie,
allora, gettarono i cappelli a terra ed il rivenditore, così, li
recuperò.
Molti anni dopo, il
nipote del rivenditore di cappelli si appisolò sotto lo stesso
albero. Come allora, le scimmie rubarono tutti i cappelli e li
indossarono. Quando si svegliò, cominciò a strepitare ma poi si
ricordò di quello che gli aveva raccontato il nonno e quindi si
tolse il cappello dalla testa e lo gettò a terra . Stavolta però,
le scimmie non lo imitarono ma dopo aver raccolto il suo cappello,
iniziarono a prenderlo in giro, dicendogli: “Anche noi abbiamo i
nonni!”.
Qualche tempo fa mi è
capitato di leggere questa favola africana. Poiché ve ne sono
differenti versioni ( tra queste, "Caps for sale" di Esphyr Slobodkina, e "The Hatseller and the Monkeys" di Baba Wagué Diakité), ve l'ho raccontata con parole mie, ma la
sostanza, comunque, è intatta.
Non voglio certo sminuire
l'importanza che ha l'imitazione nel processo di apprendimento,
tuttavia l'imitazione può essere il punto di partenza ma non il
punto d'arrivo del processo conoscitivo.
Gli esperti di pubblicità
e quelli della comunicazione politica conoscono molto bene questa
favola, e così, sebbene attraverso strumenti raffinati, la strategia
“Monkey see, monkey do” (la scimmia fa quello che vede) funziona quasi sempre.
E visto che ci siamo,
potremmo aggiungere “Parrot listen, parrot say” (il pappagallo
dice quello che ascolta [senza curarsi della veridicità del
messaggio]..), e per fortuna che gli “animali” non sanno leggere,
altrimenti ce ne sarebbe qualcuno che, di conseguenza, penserebbe
quello che legge.
Il tono, come quasi
sempre in questo blog, è scherzoso, ma il tema è serio e dovrebbe
farci riflettere: la comunicazione, sia quando è diretta a venderci
un prodotto che quando cerca di orientare le nostre opinioni, si basa spesso su
principi molto semplici e sembra trattarci come se fossimo sempre al
primo stadio del processo di apprendimento... Beh, come le scimmie,
ogni tanto ricordiamoci che anche noi abbiamo i nonni!
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