Parliamo adesso di Archimede inventore.
Tra le tante invenzioni a lui attribuite scelgo “la vite di
Archimede”, ancora in gran voga.
La macchina è costituita da una grossa
vite all'interno di un cilindro. Immergendo la parte inferiore del
cilindro nell'acqua e facendo ruotare la vite, viene di volta in
volta raccolta una certa quantità d'acqua che viene sollevata
attraverso la spirale, fino ad arrivare alla parte superiore per
essere poi immagazzinata in un contenitore.
L'utilizzo principale è quello
finalizzato all'irrigazione dei campi; comunque lo stesso macchinario
può essere usato anche per sollevare alcuni materiali.
Ma la “vite di Archimede” è anche
il pretesto per introdurre l'argomento di oggi.. Gli amanti della
letteratura anglosassone avranno già indovinato grazie al titolo del
post: il libro di oggi è “The Turn of the Screw” (“Il giro di
vite”, per l'appunto!), di Henry James.
Storia di fantasmi, particolarmente
adatta quindi alle notti d'estate trascorse in campagna o in
montagna, è comunque un lavoro interessante sotto molti punti di
vista.
Ma veniamo rapidamente alla
trama....Una giovane precettrice, Miss Giddens, viene incaricata
dell'educazione di due bambini dal loro affascinante tutore, con la singolare
condizione che dovrà occuparsi da sola di tutti i problemi. Una
volta arrivata a casa, nella cittadina di Bly (contea di Essex),
si trova di fronte due bambini bellissimi e di
intelligenza fuori dal comune: Miles e Flora, .
Ma l'entusiasmo dura poco: Miles viene
cacciato da scuola e inoltre iniziano delle strane apparizioni, che
vengono individuate dalla signora Grose, l'unico supporto e conforto
per la povera Miss Giddens, come Miss Jessell (la precedente
istitutrice dei bambini) e Peter Quint (una sorta di factotum, amante
della donna), entrambi misteriosamente deceduti.
A questo punto Miss Giddens si sente in
dovere di rivestire i panni dell'eroina e di proteggere i bambini da
queste influenze maligne, ma forse è troppo tardi...Piano piano inizia a sospettare che in realtà i bambini sappiano più di quanto
pensasse. Il finale è drammatico: Miles muore dopo un serrato
confronto con Miss Giddens, determinata più che mai a scoprire la
verità.
Ma qual è la verità? L'autore non lo
dice, lasciando supporre tutto (o quasi) ai lettori...Perchè Miles è
stato cacciato da scuola? Miles ammette solo di aver detto “alcune
cose” ad altri bambini. E i fantasmi sono reali oppure è Miss Giddens
ad essere un po' esaurita? Miles e Flora sono realmente posseduti
dai fantasmi? Alla fine, sebbene mi sentirei di spezzare una lancia
per la sfortunata Miss Giddens, ogni lettore può avere un'opinione
diversa al riguardo.
E che significa “The Turn of the Screw”, cioè questo benedetto giro di vite? La risposta corretta,
probabilmente, è nelle pagine del capitolo XXII, anche se, a
riguardo, ci sono interpretazioni divergenti :
I could only get on at all by taking
"nature" into my confidence and my account, by treating my
monstrous ordeal as a push in a direction unusual, of course, and
unpleasant, but demanding, after all, for a fair front, only another
turn of the screw of ordinary human virtue.
Io potrei andare avanti solo portando
“il naturale” dentro la mia autostima ed il mio pensiero,
trattando il mio mostruoso calvario come una spinta verso una
direzione insolita, naturalmente, e spiacevole, ma richiedente, dopo
tutto, per un confronto equilibrato, solo un altro giro della vite
della comune umana virtù.
Ed è proprio questo: la povera Miss
Giddens si trova a combattere, praticamente da sola, l'irrazionale,
anzi, come lei stessa dice, la sua è una lotta “contro la natura”,
che la sta portando sull'orlo della follia ed in questi casi, non c'è
altro rimedio: raccogliere tutte le forze, aggrapparsi alle proprie
radici e prepararsi al confronto finale.
“Il giro di vite” rende bene
l'idea: con il passar del tempo la nostra virtù può essersi
allentata e quindi necessitare una “stretta”, i nostri valori
sbiaditi e richiedere una mano di vernice.
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