E' giunto il momento di parlare di uno dei tre grandi della letteratura inglese, John Milton.
Non tratteremo, però della sua opera più importante, Paradise Lost, ma del suo contributo alla lotta contro la censura. Mentre in Spagna e in Italia i libri venivano messi all'Indice, in Inghilterra si diffonde una nuova sensibilità verso la libertà di manifestare il proprio pensiero, sensibilità che ritroviamo tutt'oggi (la stampa anglosassone è, a mio modesto parere, la migliore del mondo). Scriveva Milton:
È quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa.
Prima di ogni altra libertà, datemi la libertà di conoscere, di esprimermi e discutere liberamente secondo coscienza.
Se Gutemberg ha messo le ali al pensiero, Milton e quelli come lui ci ricordano di vigilare affinchè non vengano tarpate.
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