diritto e medicina,
e, purtroppo, teologia,
da capo a fondo, con tutte le mie forze.
Adesso eccomi qui, povero illuso,
e sono intelligente quanto prima!
Mi chiamano magister, mi chiamano dottore,
e già saranno almeno dieci anni,
di su, di giù, per dritto e per traverso,
che meno per il naso gli studenti...
E nulla, vedo, ci è dato sapere!
Il cuore per poco non mi scoppia.
La so più lunga, certo, di tutti i presuntuosi,
dottori e maestri, preti e scribacchini;
né scrupoli né dubbi mi tormentano,
non temo né l'Inferno né il demonio...
Entriamo finalmente nel Romanticismo, con uno dei suoi massimi esponenti: Johann Wolfang Goethe.
L'opera che stiamo analizzando è, ovviamente, il Faust.
Il dottor Faust rompe con l'Illuminismo: a lui la conoscenza che si ottiene dai libri non interessa, vuole una conoscenza più intuitiva, per questo si avvicina alla magia. Faust è spinto a firmare il contratto con Mefistofele soprattutto dalla sete di conoscenza. E, come l'Ulisse di "fatti non foste per viver come bruti", che Dante mette all'Inferno, vuole arrivare al di là di quelli che sono i limiti umani...Ma la sete smisurata di conoscenza ha come prezzo il degrado della coscienza, questa è la morale che alberga nell'opera. Tuttavia la partita non è chiusa e questo tema, come vedremo, tornerà presto al centro della discussione.
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