Dopo aver riassunto la storia dell'Italia e della Spagna, diamo una rapida occhiata a quel che succede nel resto del mondo. A Londra, nel 1864, viene costituita la I Internazionale, alla quale aderirono un po' tutti, dai mazziniani italiani, ai seguaci di Proudhon, agli anarchici di Bakunin, alla trade unions, ma entrerà presto in crisi a causa dei contrasti tra marxisti e anarchici (quest'ultimi ritenevano che il nemico da sconfiggere fosse lo Stato e non il capitalismo) e nel 1876 fu sciolta.
Una II Internazionale sarà fondata a Parigi nel 1889 e sarà costituita dai partiti socialisti e laburisti europei ( e sostanzialmente sarà dominata dal partito socialdemocratico tedesco).
Tra il 1861 e il 1865 si combatte la Guerra di Secessione Americana, tra gli stati del Nord, liberali e industriali, e quelli del Sud, la cui economia era basata sullo schiavismo ("La capanna dello zio Tom", di B.Store, è del 1854), che terminerà con la vittoria del Nord.
Parigi vive nel 1871 l'esperienza della Comune (poco più di 2 mesi): dopo le sconfitte con la Prussia, il popolo aveva imposto la proclamazione della Repubblica, tuttavia il governo provvisorio deluse le aspettative e il 18 marzo 1871 Parigi insorse cacciando il governo Thiers ed eleggendo direttamente il governo cittadino. Poco tempo dopo, la rivolta della Comune sarà duramente repressa. Resta intatto il suo fascino, probabilmente dovuto agli aspetti di autogestione e anarchia che la caratterizzarono; Marx la celebrò così :
Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti
e più tardi, Sartre scriverà, per spiegare la differenza tra legalità e legittimità, che la legale Versailles massacrò la legittima Comune.
Ma torniamo ai libri, che è l'elemento portante di questo blog: nello stesso anno dell'esperienza della Comune, Darwin scrive "L'origine dell'uomo". Già nel 1859, con "Sull'origine della specie", aveva scandalizzato filosofi, teologi e scienziati; con la pubblicazione del suo nuovo studio si tirò addosso nuove accuse. Darwin però non sostenne mai che l'uomo discendesse dallo scimpanzè ; egli affermava che l'antenato dell'uomo, se fosse vivo, sarebbe classificato un gradino al di sotto sulla scala evolutiva. Al di là delle affermazioni, restano però i suoi studi sui quali non si può chiudere gli occhi. E passando infine dalla scienza alla fantascienza, c'è l'inquietante film "il pianeta delle scimmie" a farci riflettere.
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P.S. Una canzone fantastica...750.000 anni fa...l'amore?
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