Più che sulle brillanti vittorie, vorrei concentrarmi sull'importanza che ebbero le guerre napoleoniche nella diffusione degli ideali della Rivoluzione francese in tutta Europa.
Repubblicani e liberali videro nell'invasione francese una nuova speranza; in Italia Foscolo accolse con grande entusiasmo l'arrivo delle truppe napoleoniche: si arruolò nella Repubblica Cispadana e compose un'ode a Bonaparte liberatore. La speranza morì giovane, perchè Napoleone cedette poi il Veneto all'Austria con il trattato di Campoformio, così come durò poco più di un soffio di vento l'esperienza della Repubblica Napoletana del 1799, soffocata nel sangue dei patrioti quando i francesi furono costretti a ritirarsi e la giovane Repubblica dovette difendersi da sola.
Ma oltre alle speranze, Napoleone regalò alla nostra penisola anche il Codice Napoleonico, che confluirà poi nel codice civile del 1865 ed è tutt'oggi la base del diritto italiano: i principii del laicismo, dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge , della libertà di coscienza, della difesa della proprietà vengono proprio dal codice Napoleonico.
Si, fu vera gloria, e come ho avuto modo di dire, certe sconfitte sono solo apparenti: Waterloo, Sant'Elena e la Restaurazione con il Congresso di Vienna non cambiarono le cose: il tentativo di rimpiazzare i principii dell'Illuminismo con vecchi principii reazionari politico-religiosi era destinato a fallire: in molti luoghi, negli stessi anni che seguirono la Restaurazione, continuarono a vigere le leggi fatte da Napoleone, in tutto o in parte, e oggi questi principii sono universalmente condivisi.
P.S.: Negli anni dell'invasione Napoleonica, si crea in Italia la leggenda di Fra' Diavolo, un bandito che farà un'incessante guerriglia ai francesi e che ispirerà sia Dumas che Auber. L'opera di Auber contiene, però, ben poca verità storica: Fra Diavolo, ossia Michele Pezza, era un assassino a tutti gli effetti, ben lontano dal gentiluomo raffinato del film omonimo che ha per protagonisti gli irresistibili Stanlio e Ollio.
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