Continuiamo con la nostra rivisitazione letteraria degli eventi che hanno caratterizzato la seconda guerra mondiale. Dopo l'8 settembre e la firma dell'armistizio con gli Alleati, ci fu l'invasione del nostro paese da parte dell'esercito tedesco e la nascita di movimenti politici e militari che si opposero al nazifascismo (la "Resistenza").
La Resistenza fu un fenomeno molto complesso che raccolse sotto la sua bandiera sensibilità diverse: per alcuni fu lotta di liberazione dall'invasore straniero, per altri fu guerra civile contro i fascisti.
Liberali, cattolici, militari, ma soprattutto comunisti e socialisti lottarono fianco a fianco, non senza dissidi, avendo in mente ciascuno un futuro diverso per l'Italia.
Oltre a citare Italo Calvino ed il suo bellissimo "Il sentiero dei nidi di ragno", vorrei soffermarmi un po' su quello che a mio avviso è lo scrittore delle guerre partigiane per eccellenza, Beppe Fenoglio.
Nei romanzi di Fenoglio (segnalo su tutti "Il partigiano Johnny", "Primavera di bellezza" e, il mio preferito, "Una questione privata"), il racconto della guerra, della resistenza e del mondo contadino (le "sue" Langhe) avviene senza il filtro dell'ideologia e della mitizzazione: tutto viene descritto in modo oggettivo, con uno stile molto personale e condito di anglicismi (Fenoglio amava la letteratura anglosassone), ben lungi dal linguaggio dei neorealisti.
Beh, se non li avete letti, non ve li perdete.
Riporto infine questo stralcio de "I sentieri dei nidi di ragno", di Calvino:
Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.
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