Prendiamo al volo l'occasione che ci presenta perchè nel 1952 viene pubblicato "Il vecchio e il mare" di Hemingway e possiamo così porre rimedio ad un'altra ingiustizia commessa in questo blog, l'aver dimenticato uno dei grandi romanzi della letteratura americana, "Moby Dick" di Melville.
Fortunatamente io l'ho letto, quindi non corro il rischio di incappare nelle disavventure del protagonista del film "Zelig" (a mio avviso, uno dei migliori di W. Allen): se l'avete visto e ve lo ricordate, tutto cominciò perchè il protagonista da bambino non aveva letto "Moby Dick" e quindi, per non sembrare da meno degli altri, finse di averlo letto; a partire da quel giorno iniziò la sua metamorfosi in uomo-camaleonte.
Che la caccia alla balena da parte del capitano Achab si presti a simboleggiare le nostre ossessioni è indubbio..Mi chiedo quando si arriva al punto di rottura, qual è quell'evento che fa si che nella nostra testa scatti quel meccanismo per cui decidiamo di avere un solo scopo nella vita. Certo è difficile dirlo, sicuramente è soggettivo, ma se dovessi tirare ad indovinare direi che quella molla scatta più probabilmente quando si smette di amare (o quando non si ama più nessuno da molto tempo).
"Il vecchio ed il mare" tratta invece dell'eterna lotta tra l'uomo e la natura; sebbene si batta con tenacia, il "vecchio" Santiago (da giovane lo chiamavano "Santiago il campione", per aver sconfitto, in un epico "braccio di ferro", un vero colosso) ne uscirà sconfitto: una lettura imperdibile per gli amanti del genere.
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