Restiamo in Italia e andiamocene a teatro perchè in questo periodo il nostro paese guadagna un altro premio Nobel per la letteratura con Luigi Pirandello (1934).
L'opera di cui vi parlerò, "Così è (se vi pare)", riflette i temi principali del pensiero pirandelliano, ossia la solitudine innata dell'individuo, l'inutilità di ogni forma di ribellione contro gli schemi convenzionali e la conseguente crisi d'identità.
In sostanza, le persone si conoscono per come appaiono e non per come sono; la società pretende di giudicare gli individui attraverso dei modelli oggettivi che non esistono, perchè la verità è relativa.
Ma andiamo alla trama dell'opera, che racconta la vicenda di una sfortunata famiglia di emigrati (il signor Ponza e sua suocera, la signora Frola) che si trasferisce, dopo essere scampata ad un terremoto, in una tranquilla cittadina di provincia.
Strane voci iniziano però a circolare: si mormora che il marito impedisca alla suocera di vedere sua moglie (anche se nessuno ha mai visto la moglie) e che la tenga segregata in casa.
Iniziano gli interrogatori e viene così calpestata l'intimità di questa famiglia per giungere ad un nulla di fatto: il signor Ponza sostiene che la suocera è divenuta pazza dopo la morte della figlia Lina (la sua prima moglie) e che si è convinta che Giulia (la seconda moglie) sia Lina; la suocera sostiene invece che il pazzo è il signor Ponza, che dopo una lunga assenza della moglie ricoverata in una casa di cura, non l'aveva più riconosciuta e che non l'avrebbe accettata in casa se non avessero contratto nuove nozze.
Di fatto, ci sono due versioni, entrambe verosimili.
Per risolvere l'enigma, viene chiamata in paese la moglie del signor Ponza che afferma, al tempo stesso, di essere sia la figlia della signora Frola che la seconda moglie del signor Ponza:
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