Dalla "rosa rossa" del Comunismo, facciamo un passo indietro, perchè ieri, parlando della Luxemburg mi sono reso conto di aver commesso un imperdonabile torto al mio poeta preferito, Guido Gozzano.
Parleremo però sempre di rose, o meglio di rose non colte. Quali sono le immagini che restano indelebili nella nostra mente? E perchè? Proust trattò magistralmente il tema, però voglio adesso riportare uno stralcio della poesia "Cocotte" di Gozzano (chi non l'ha letta LA LEGGA, chi l'ha letta LA LEGGA DI NUOVO!!!!).
....
Il mio sogno è nutrito d'abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state... Vedo la case, ecco le rose
del bel giardino di vent'anni or sono!
Oltre le sbarre il tuo giardino intatto
fra gli eucalipti liguri si spazia...
Vieni! T'accoglierà l'anima sazia.
Fa ch'io riveda il tuo volto disfatto;
ti bacierò; rifiorirà, nell'atto,
sulla tua bocca l'ultima tua grazia.
......
Saprete inoltre, che la canzone di Guccini "L'isola non trovata" si ispira ad un'altra poesia di Gozzano, intitolata "La più bella":
quella che il Re di Spagna s'ebbe da suo cugino
il Re di Portogallo con firma sugellata
e bulla del Pontefice in gotico latino.
L'Infante fece vela pel regno favoloso,
vide le fortunate: Iunonia, Gorgo, Hera
e il Mare di Sargasso e il Mare Tenebroso
quell'isola cercando... Ma l'isola non c'era.
.....
Infine, prendendo un verso anche da "Signorina Felicita":
Oh! questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida, concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d'essere un poeta!
.....
Aggiungere altro è superfluo. A domani.
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