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sabato 4 febbraio 2012

J'accuse

Tra gli esponenti del Naturalismo francese un posto di tutto rilievo spetta a Emile Zola (che, tra l'altro, aveva origini italiane).
Ma più che della sua produzione letteraria vorrei parlare oggi del suo impegno nell'Affaire Dreyfus.
Come saprete, Dreyfus era un ufficiale ingiustamente accusato di tradimento, degradato e condannato al carcere duro in un posto dal nome poco rassicurante: l'isola del Diavolo.
Ebbene, con coraggio e intransigenza, Emile Zola si battè insieme ad altri intellettuali per il rispetto della verità e il ripristino della giustizia, denunciando con il suo famoso pezzo "J'accuse" (una lettera pubblica al Presidente  della Repubblica) le irregolarità commesse nel processo a carico dell'ufficiale.
Dreyfus alla fine sarà riabilitato e Emile Zola morirà in un incidente domestico nel 1902 (e ci fu qualche sospetto che tale incidente fosse stato provocato da persone coinvolte nell'affaire Dreyfus).
Ci resta il suo esempio, di intellettuale non asservito  e di giornalista coraggioso, che non ebbe timore a mettersi contro il Potere denunciando la farsa di un processo che puzzava di antisemitismo lontano un miglio.
Molto spesso si sottovaluta il ruolo degli intellettuali (e le loro responsabilità) all'interno della società: quando gli intellettuali perdono la loro capacità di critica, la società scivola poco a poco verso la servitù nei confronti dei potenti, senza che nessuno se ne renda conto finchè si non rimane intrappolati negli ingranaggi del potere, come toccò a Dreyfus.

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