Torniamo in Italia per parlare di un altro dei miei scrittori favoriti, Riccardo Bacchelli.
"Il diavolo a Pontelungo" (1927) narra, in chiave tragicomica, il tentativo di Bakunin di realizzare un'insurrezione anarchica a Bologna insieme ad Andrea Costa e Anna Kuliscioff.
Il tentativo fallisce e Andrea Costa e gli altri "sovversivi" vengono arrestati nell'indifferenza generale, mentre Bakunin riesce a fuggire; in fin dei conti, sono tutti dei "poveri diavoli".
Il capolavoro di Bacchelli è, però, "Il Mulino del po"(1938-40).
E' un'opera molto corposa (in tutto sono tre libri), quindi è bene programmarne la lettura in un periodo di vacanza; racconta la saga della famiglia Scacerni che attraversa, con alterne fortune, un periodo storico che va da Napoleone alla prima guerra mondiale.
Sia nel "Diavolo a Pontelungo" che nel "Mulino del Po" emerge la profonda pietà dell'autore per l'uomo e le sue miserie, unita alla convinzione che nulla possa essere cambiato; Bacchelli era conservatore e nell'epilogo del "Diavolo a Pontelungo" farà dire al prete che "non c'è nulla di nuovo nella storia e nulla ci sarà che non sia già stato".
P.S.:"Il Mulino del Po", comunque, non ve lo perdete!
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