Torniamo ai nostri lidi, perchè nel 1925 Eugenio Montale pubblica "Ossi di seppia". Come saprete, anche Montale riceverà il premio Nobel per la letteratura (ma sarà solo nel 1975, lo ricordo perchè stavo alle elementari e la maestra ci fece imparare a memoria "Meriggiare pallido e assorto"), tuttavia mi sembra corretto parlarne adesso per il suo impegno in questi anni difficili.
Montale collaborò con il gruppo di Gobetti, un coraggiosissimo intellettuale liberale di primissimo piano (ahimé sconosciuto ai più).
Il tema centrale della poesia di Montale è rappresentato dal male di vivere che affligge l'uomo:
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
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