Non trovo altra definizione per quella che è l'insieme delle più grandi atrocità che l'essere umano abbia mai commesso, dai campi di sterminio, alle città rase al suolo dai bombardamenti (già, se la "Grande guerra" si era caratterizzata per la partecipazione di massa ai combattimenti, la novità introdotta dalla "Grande Follia" furono i bombardamenti aerei massicci sulle popolazioni civili), al milione di morti nella battaglia di Stalingrado, fino ad arrivare al lancio della bomba atomica sul Giappone.
La seconda guerra mondiale durò dal 1939 al 1944 (il Giappone si arrese nel 1945) e, oltre alla sconfitta del nazifascismo, sancì anche la fine del predominio europeo.
Stati Uniti e Unione Sovietica sono le nuove superpotenze e si costituiranno due blocchi destinati a fronteggiarsi per decenni in quella che sarà poi definita la "guerra fredda".
Abbiamo citato la battaglia di Staligrado, che probabilmente segnò definitivamente le sorti della guerra; mi viene in mente il celebre "Nuevo canto de amor a Stalingrado" di Pablo Neruda:
Yo escribí sobre el tiempo y sobre el agua,
describí el luto y su metal morado,
yo escribí sobre el cielo y la manzana,
ahora escribo sobre Stalingrado.
Ya la novia guardó con su pañuelo
el rayo de mi amor enamorado,
ahora mi corazón está en el suelo,
en el humo y la luz de Stalingrado.
....................
Per quelli che vogliono leggerla tutta, c'è questo link Nuevo canto de amor a Stalingrado.
A mio modesto parere, questa poesia non è una celebrazione del comunismo e delle sue vittorie; il merito di Neruda è di riuscire a rendere quasi tangibile il sentimento che TUTTI coloro che si battevano per la libertà, in quei giorni stavano con gli uomini e le donne di Stalingrado, Stalin o non Stalin.
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