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lunedì 3 settembre 2012

Alla ricerca della felicità

Nostalgici o meno delle traduzioni di latino, oggi vi sottoporrò un estratto di un "classico", il saggio di Seneca sulla felicità (quanto mai opportuno visti i tempi che corrono!).
Considerato da tutti un autore "facile", è proprio questo a mio avviso il suo fascino: ho sempre ammirato chi rende facili e comprensibili a tutti  tematiche per loro natura complesse (Gramsci in questo era un maestro).
Ma veniamo a Seneca e all'estratto che vi ho promesso:
......

Cum de beata vita agetur, non est quod mihi illud discessionum more respondeas: 'haec pars maior esse videtur.' Ideo enim peior est. Non tam bene cum rebus humanis agitur ut meliora pluribus placeant: argumentum pessimi turba est. Quaeramus ergo quid optimum factu sit, non quid usitatissimum, et quid nos in possessione felicitatis aeternae constituat, non quid vulgo, veritatis pessimo interpreti, probatum sit. Vulgum autem tam chlamydatos quam coronatos voco; non enim colorem vestium, quibus praetexta sunt corpora, aspicio. Oculis de homine non credo, habeo melius et certius lumen, quo a falsis vera diiudicem: animi bonum animus inveniat....

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Quando si tratta della felicità, non mi rispondere come per le votazioni "La maggioranza sembra stare da questa parte". Quella infatti è la parte peggiore. Non funziona tanto bene per le cose umane poichè le cose migliori sono sgradite ai più: la folla è la peggiore delle conferme. Chiediamoci piuttosto cosa sia meglio fare, non quale sia il comportamento più diffuso, e cosa ci faccia arrivare ad una felicità duratura, non cosa sia approvato dal volgo, che è un pessimo interprete della verità. E chiamo volgo sia chi indossa la clamide che chi porta la corona: infatti non guardo al colore delle vesti che servono a coprire il corpo. Non credo alle apparenze, ho un metro di giudizio migliore e più sicuro per distinguere il vero dal falso:quello che è  bene per l'animo lo trovi l'animo.......

Beh, spero che chi non l'ha letto si ricordi di metterlo nel carrello la prossima volta che va a fare la spesa in libreria; comunque, per quanto mi riguarda, ritengo che l'unico cammino possibile per raggiungere la felicità sia la ricerca della virtù, lo sforzo quotidiano per essere migliori: chi fa il "furbetto" al massimo può essere vincente, ma non veramente felice.

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