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sabato 16 marzo 2013

Lezioni di volo

Oltre a quello di creare un essere umano (o un umanoide), tra i sogni dell'uomo c'è sempre stato quello di volare.
Stavolta però, i protagonisti del racconto non sono gli umani ma gli animali ed in particolare i nostri amici felini.
Indovinato, stiamo per parlare della celebre novella di Luis Sepulveda, "Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar" ("Storia di una gabbianella e del gatto che gli insegnò a volare"), conosciutissima anche in Italia grazie al film d'animazione "La gabbianella e il gatto".
Zorbas e gli altri gatti del porto di Amburgo devono affrontare una prova difficilissima: fare da genitori a  Afortunada (Fortunata), una gabbianella che ha perso la madre, e soprattutto insegnarle la difficile arte del volo.
I gatti fanno del loro meglio però non hanno mai volato, perciò decidono di chiedere aiuto ad un umano: già, perchè i gatti, nel mondo di Sepulveda, sanno miagolare in tutte le lingue del mondo e non sono gli umani a possedere i gatti ma i gatti a possedere gli umani: ogni gatto ha il suo. Si tratta però di rompere un tabù, perchè è meglio che gli umani non sappiano di questa loro capacità, perciò verrà data una dispensa speciale a Zorbas  per parlare una sola volta e ad un solo umano. Alla fine la scelta ricadrà sull'umano di Bubulina, una graziosa gatta bianca e nera. Vediamo il perchè:

 -No lo sé. Ese humano me inspira confianza - reconoció Zorbas-Le he oido leer lo que escribe. Son hermosas palabras que alegran o entristecen pero siempre producen placer y suscitan deseos de seguir escuchando
 ...
- Tal vez no sepa volar con alas de pajáro, pero al escucharlo siempre he pensado que vuela con sus palabras.

Non lo so, ma quell'umano mi ispira fiducia- riconobbe Zorbas- l'ho udito leggere quello che scrive. Sono parole belle che rallegrano o rendono tristi però sempre producono piacere e suscitano il desiderio di continuare ad ascoltare.
----
-Forse non saprà volare con ali di uccello, ma ascoltandolo ho sempre pensato che vola con le sue parole.

E dopo tante fatiche, alla fine Fortunata riuscirà a volare. 
-Sí, al borde del vacío comprendió lo más importante-maulló Zorbas.
....
-Que sólo vuela el que se atreve a hacerlo...

-Si, sull'orlo del baratro comprese la cosa più importante-miagolò Zorbas
......
-Che vola solo chi ha il coraggio di farlo.

Lo stile è semplice e accattivante, come si addice ad una favola e ci sono differenze tra il libro e il cartoon: non ve lo perdete.

Post collegati: Memoriale del convento

domenica 10 marzo 2013

Herr Doktor

Passiamo adesso ad esaminare uno dei temi caldi degli ultimi anni, quello della bioetica e, come nostro costume, lo facciamo ricorrendo all'ausilio della letteratura.
Avete indovinato, stiamo per parlare di un romanzo cult, il precursore per eccellenza dei temi bioetici, "Frankenstein", dell'inglese Mary Shelley.
Ma se la storia del mostro e del suo creatore è arcinota a tutti grazie alle varie trasposizioni cinematografiche di cui è stata oggetto , il libro ha molte chiavi di lettura e, come spesso capita, fu incompreso all'inizio dalla critica.
Riprendendo un tema più volte trattato in questo blog, ossia se l'essere umano debba avere dei limiti o meno, la Shelley non si discosta dal filone letterario che vuole che chi cerchi di varcare la "soglia proibita" finisca inesorabilmente per essere travolto: il Doktor Frankenstein paga assai caro il suo amore per la creazione.

How dangerous is the acquirement of knowledge and how much happier that man is who believes his native town to be the world, than he who aspires to be greater than his nature will allow.

Come è pericolosa l'acquisizione del sapere e come è più felice l'uomo che crede che la sua città nativa sia il mondo rispetto a colui che aspira ad essere più grande di quanto la sua natura gli consentirà.


E se poi il libro è divenuto un cult tra i romanzi dell'orrore (o meglio, del "terrore"), è perchè evoca  l'ancestrale timore che la moltitudine  ha sempre avuto nei confronti della scienza: Frankenstein, addirittura, osa sostituirsi a Dio ed il risultato non può che essere disastroso.
Infine il romanzo è stato letto da alcuni come il dramma della diversità: il mostro diviene uno spietato  assassino in quanto perseguitato per il suo aspetto e temuto per la sua forza, ma come ogni tanto capita, non sono d'accordo con questa interpretazione, almeno nella sua interezza. Pagina dopo pagina, il mostro conosce il mondo e alla fine, anche nel male, è persino più umano del suo creatore. Come ogni uomo cerca di essere accettato dagli altri, vuole fare amicizia, desidera  una compagna  e come ogni uomo impara ad odiare quando gli viene fatto del male. E non gli sfugge la doppiezza dell'umana morale:

Listen to me, Frankenstein. You accuse me of murder; and yet you would, with a satisfied conscience, destroy your own creature. Oh, praise the eternal justice of man!

Ascoltami, Frankenstein. Mi accusi di omicidio e ancora distruggeresti, con la coscienza soddisfatta, la tua creatura. Oh, sia lode all'eterna giustizia dell'uomo!

No, decisamente il mostro di Frankenstein, sebbene non sia bellissimo come le star di Hollywood,  è umano (e imperfetto) come il suo creatore: più che il dramma della diversità è il dramma della similitudine: attraverso la sua creatura il Doktor Frankenstein prende coscienza della natura umana, un misto di bene e di male, di nobiltà e di malvagità, di timore della solitudine e di bisogno d'affetto.

Link collegati: Doktor Faust

sabato 2 marzo 2013

Il tempo delle ciliegie

Eccoci dunque giunti a Marzo, mese dei "Pesci" e dell'Equinozio di Primavera. E proprio in considerazione degli inguaribili romantici nati sotto questo segno e del fatto che tra poco entreremo nella stagione più bella, come introduzione di questo mese, ho scelto di rispolverare dei versi che ho letto molto tempo fa.
La poesia, o meglio, la canzone, dato che fu scritta nel 1866 da Jean Baptiste Clément e divenne un inno della "Comune", si intitola "Le temps des cerises" ("il tempo delle ciliegie").

Quand nous chanterons le temps des cerises
Et gai rossignol et merle moqueur
Seront tous en fête
Les belles auront la folie en tête
Et les amoureux du soleil au cœur
Quand nous chanterons le temps des cerises
Sifflera bien mieux le merle moqueur

Mais il est bien court le temps des cerises
Où l'on s'en va deux cueillir en rêvant
Des pendants d'oreilles...
Cerises d'amour aux robes pareilles
Tombant sous la feuille en gouttes de sang...
Mais il est bien court le temps des cerises
Pendants de corail qu'on cueille en rêvant !

Quand vous en serez au temps des cerises
Si vous avez peur des chagrins d'amour
Évitez les belles !
Moi qui ne crains pas les peines cruelles
Je ne vivrai pas sans souffrir un jour...
Quand vous en serez au temps des cerises
Vous aurez aussi des chagrins d'amour !

J'aimerai toujours le temps des cerises

C'est de ce temps-là que je garde au cœur
Une plaie ouverte !
Et Dame Fortune, en m'étant offerte
Ne saurait jamais calmer ma douleur...

J'aimerai toujours le temps des cerises
Et le souvenir que je garde au coeur !

Quando canteremo il tempo delle ciliegie
e l'allegro usignolo ed il merlo burlone
saranno tutti in festa
le belle avranno la follia nella testa
e gli innamorati il sole nel cuore
quando canteremo il tempo delle ciliegie
fischierà ancora meglio il merlo burlone

Ma è troppo corto il tempo delle ciliegie
quando si va in due a cogliere sognando
degli orecchini..
ciliege d'amore dall'uguale vestito
che cadono sulla foglia come gocce di sangue.
Ma é troppo breve il tempo delle ciliegie
orecchini di corallo che cogliamo sognando.

Quando sarete al tempo delle ciliegie
se avete paura delle sofferenze d'amore
evitate le belle!
Io che non temo le pene crudeli
non vivrò un solo giorno senza soffrire..
Quando sarete al tempo delle ciliegie
avrete anche delle sofferenze d'amore!

Amerò per sempre il tempo delle ciliegie

E' di quel tempo là che conservo nel cuore
una ferita aperta!
E anche se la Signora Fortuna mi fosse offerta
non saprebbe mai calmare il mio dolore...

Amerò per sempre il tempo delle ciliegie
ed il ricordo che ne conservo nel cuore!

Beh, è facile immaginare che i giorni della Comune furono giorni di grandissima passione nei quali amori e ideali furono indissolubilmente legati...Il messaggio, però, ha un valore universale e riguarda tutti i cuori, sia quelli infranti per un amore finito che quelli disillusi dal tramonto di un ideale: per quanto possa esser breve e per quanto possa poi far male, il tempo delle ciliegie va comunque desiderato e atteso, perchè regala la speranza prima ed il ricordo dopo.

Post collegati: La Comune