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domenica 7 marzo 2021

Stupor mundi

 E' ora di ripassare un po' di Storia.

Riprendiamo il nostro thread sugli imperi e spostiamoci in Sicilia, perché il protagonista del post odierno, Federico II di Svevia, re di Germania, re di Gerusalemme e imperatore del Sacro Romano Impero, divenne re di Sicilia all'età di 4 anni e, da allora, fu “siciliano” a tutti gli effetti, con buona pace delle sue origini germaniche.

Federico II era coltissimo, parlava 6 lingue (compreso l'arabo) , e con lui la Sicilia conobbe una fioritura culturale ed artistica senza paragoni, divenendo uno dei fari d'Europa.

Con la poesia della Scuola Siciliana nasce, come probabilmente ricorderete, la letteratura italiana.

Federico II fondò, nel 1224, l'Università di Napoli e fu lui stesso un buon letterato; il manoscritto del suo “De arte venandi cum avibus(“L'arte di cacciare con gli uccelli”) è conservato alla Biblioteca Vaticana e, se volete apprezzare le raffinate illustrazioni, questo è il link dell'edizione digitalizzata: De arte venandi cum avis

Federico II ebbe anche una corrispondenza scientifica con Leonardo Fibonacci, che gli dedicò il suo “Liber quadratorum”. 

Riguardo alla sua attività di governo, molti videro in lui un antesignano del sovrano rinascimentale mentre, per una parte della storiografia anglosassone, fu il tipico monarca medioevale, fortemente conservatore.

Di fatto, riformò profondamente la macchina amministrativa della Sicilia, che assunse i connotati di un regno moderno.

Introdusse il monopolio sul sale, il “primo monopolio di Stato” del Medioevo.

In “politica estera”, fece una crociata “sui generis”: Federico II si accordò con il sultano al-Kamil, nipote di Saladino, e così, senza ricorrere a una guerra sanguinosa, ottenne un importante successo diplomatico.

Lo scontro con il papato raggiunse, durante suo regno, l'apice: l'imperatore, che fu scomunicato 2 volte, portò avanti con determinazione la lotta per l'emancipazione del sovrano dal potere della Chiesa.

Nel complesso, considerando il contesto storico, non si può negare che possiamo ritrovare, nel suo regno, molti di quei concetti su cui si basa la nostra idea di Stato moderno. 

Il figlio Manfredi, all'indomani della sua morte, scrisse al fratello Corrado IV : “Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l’asilo della pace “.

Con Manfredi termina il regno degli Svevi; sarà sconfitto, infatti, a Benevento da Carlo I d'Angiò, fratello del re di Francia, al quale il Papa aveva offerto la corona (la Chiesa non aveva riconosciuto l'elezione di Manfredi, che era subentrato al fratello Corrado IV, erede designato al trono e morto di malaria).

Il figlio di Corrado IV, Corradino di Svevia, ancora ragazzo, cercherà, a sua volta, di riconquistare il trono, ma verrà sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo e decapitato.

Carlo venne in Italia e, per ammenda,
vittima fé di Curradino; e poi
ripinse al ciel Tommaso, per ammenda.

E' il XX canto del Purgatorio (vv. 67-69) : Dante accusa, tramite il capostipite (“Ugo Ciappetta“) , la dinastia francese dei Capetingi di ogni sorta di misfatti, dettati da una sfrenata cupidigia (naturalmente, i “per ammenda”, contenuti nei versi, sono ironici...).

Ma questa storia ve la racconterò un'altra volta.